21 Gennaio 2009

Masua e Nebida, tra vecchie miniere e scogliere a picco sul mare

di Monia Melis (Blog Iglesias. Alla Scoperta della nostra Italia)

La spiaggia di Masua, sullo sfondo il Pan di Zucchero

Veduta del Pan di Zucchero dalla spiaggia di Masua

Masua e Nebida sono due borghi minerari di Iglesias (cittadina della Sardegna sud occidentale) e il Sulcis, questo il nome della zona, è una terra di miniere bagnata da un mare selvaggio che offre panorami unici.

Molti dei vecchi insediamenti minerari e le altre strutture che testimoniano la fervente attività estrattiva sono sulla costa, così come i piccoli centri di Masua e Nebida, nati nell’ottocento e abitati dai primi minatori e dalle loro famiglie.

Dalle locali miniere si estraeva soprattutto zinco e piombo e molta dell’importanza dei siti del territorio inglesiente si deve anche alle strutture di trattamento e arricchimento dei minerali.

Numerose società si sono alternate in circa un secolo di storia nella gestione di queste miniere, il declino è iniziato negli anni ‘80 con un progressivo rallentamento dell’attività fino alla chiusura nel 1991, anche se gli impianti sono rimasti attivi fino al 1997.

Ora la zona fa parte del Parco Geominerario della Sardegna che tutela il patrimonio tecnico, culturale e ambientale collegato alle zone minerarie.
L’area del Sulcis-Inglesiente è la più vasta e importante del parco, anche perché è stata per tanto tempo uno dei distretti minerari più importanti dell’Europa occidentale.
Per arrivare a questo suggestivo tratto di costa bisogna lasciare il centro di Iglesias e prendere la strada statale 126 in direzione Sant’Antioco; dopo circa otto chilometri si arriva a Masua.

Gli edifici che narrano questa suggestiva storia industriale hanno come cornice un contesto ambientale unico. La costa tra Masua e Nebida, infatti, colpisce per le sue falesie a strapiombo sul mare, per il contrasto cromatico tra le rocce scistose color vinaccia e il bianco candido delle pietre che si stagliano a poca distanza dalla scogliera.

Davanti alla piccola spiaggia di Masua sono ben visibili i tre isolotti: S’Augusteri, il Morto e soprattutto il Pan di Zucchero, il faraglione più imponente con i suoi 132 metri d’altezza, inserito come tutta la zona nella riserva naturale.
Una visita in barca permette di attraversare parte dell’isolotto: a nord e a sud del Pan di Zucchero ci sono, infatti, due archi di roccia sotto cui un’imbarcazione può passare.

Sulla parete rocciosa, quasi dirimpetto a questo suggestivo scenario, c’è un altro gioiello dell’archeologia industriale: il sito Porto Flavia.
È stato realizzato nel 1924 con uno scavo di 600 metri sulla scogliera e deve il nome alla figlia del progettista Cesare Vecelli. Grazie alla sua ingegnosa struttura si poteva imbarcare il minerale direttamente dalla montagna. Dai depositi sotterranei arrivava il carico sul nastro trasportatore posto alla base di due gallerie sovrapposte, da qui un braccio mobile poi trasportava i minerali nelle stive delle navi che sostavano davanti a Porto Flavia.

Così si evitava la tortuosa e faticosa trafila utilizzata fino al 1900, quando il carico veniva trasportato a spalla dai “galanze” sulle loro barche a vela e poi, sempre manualmente, veniva imbarcato nei piroscafi che arrivavano nell’isola di Carloforte.
Ora, con una visita guidata, si possono osservare da vicino le macchine e le strutture considerate ai tempi all’avanguardia, oltre che godere di un paesaggio mozzafiato.

Un altro monumento minerario da non perdere, anche questo a pochi metri dal mare, è la Laveria Lamarmora immersa nella macchia mediterranea. La laveria con le sue arcate a cielo aperto è stata restaurata dalla Soprintendenza ai Monumenti di Cagliari e collegata al mare da una scalinata di circa 500 gradini.

Tra Nebida e Masua si susseguono calette e spiagge chiuse da rocce, raggiungibili spesso a piedi tramite ripidi sentieri o talvolta solo in barca: tra queste Portu Banda, Bega sa Canna, Portu Cauli, Portu Rafia.

E, infine, per chi è appassionato di arrampicate e scalate sono da segnalare le pareti di Masua. Un esempio su tutti la falesia del Castello dell’Iride, probabilmente la più apprezzata del sud Sardegna, consente oltre sessanta itinerari di diversa difficoltà con una vista magnifica sul mare.

(Foto di Simone Utzeri, per gentile concessione)

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