E’ una bellissima giornata di inverno e di sole e per questo per il mio viaggio verso Capri, sull’omonima isola, scelgo il traghetto che da Napoli mi permetterà di raggiungerla in poco meno di un’ora.
Non so nemmeno bene perché ho scelto questa meta, forse è stata proprio lei ad invitarmi attraverso i film, le cartoline, le foto fatte per qualche giornale.
Eh si, perché l’isola svetta maestosa in molte riviste patinate, luccica nel mondo mentre mostra le sue bellezze, come se fosse una diva in posa per il suo pubblico.
Salgo a bordo e mi sporgo fuori, guardando lontano: ho voglia di arrivare presto per poter vedere più cose. E’ la prima volta che vado a Capri e sono da sola, ma non mi dispiace.
Quello che ho in mente è fare un giro un po’ fuori dai normali circuiti turistici, godendomi per una volta una piacevole solitudine.
L’arrivo non mi sorprende: è tutto come me lo aspettavo. Il porticciolo di Marina Grande, affollatissimo, è un fiorire di aliscafi e soprattutto di yacht di lusso provenienti da tutto il mondo.
Di solito, è da qui che inizia la visita.
Quasi sgomitando tra la gente, eccomi sulla funicolare che mi porterà nella piazzetta Umberto I. Tre minuti esatti e sono in una delle più piccole e rinomate piazze del mondo. Dal rituale cappuccino della mattina, alla granita pomeridiana, fino ai cornetti caldi all’alba, è questo il cuore della vita di Capri. Un tempo era il luogo del mercato, ma nel 1934 l’isolano Raffaele Vuotto ottenne l’autorizzazione a sistemare dei tavolini fuori al suo bar per vendere gelati.
Oggi è principalmente in questo posto che ci si dà appuntamento la sera per combinare feste, gite e pranzi ed è qui che termina lo struscio dei turisti.
Per ritrovare il silenzio e la tranquillità, comunque, l’unica cosa da fare è allontanarsi dall’abitato ed incamminarsi tra le ripidissime stradine. E poiché non c’è altro modo di visitare questi posti se non a piedi, scelgo la strada più comoda, ovvero quella di via Tragara. Per farlo passo prima attraverso via Camerelle, dove l’impulso a comprare abiti di alta moda e gioielli costosissimi viene frenato solo dal fatto che non potrei permettermelo. La strada è sede, infatti, dei negozi delle marche più conosciute al mondo, oltre che di botteghe artigiane tipiche.
Tragara è un rettilineo continuo, quasi a strapiombo sul mare (se non fosse per la vegetazione e per le ville che la costeggiano), che si apre su una magnifica terrazza. Il sole, il blu dei fondali, le notissime rocce dei Faraglioni sullo sfondo, unite all’odore perenne di agrumi e di fiori fanno il resto: la mente mi porta agli amori famosi che si sono consumati tra queste coste. Uno su tutti, quello tra Rossellini e la Magnani.
Non lontano da qui, verso Punta Masullo, lo scrittore Curzio Malaparte negli anni ‘30 acquistò una residenza estiva, oggi destinata a manifestazioni artistiche e culturali.
Visto il clima abbastanza freddo, non mi sembra il caso di avvicinarmi alle spiagge, che tra l’altro sull’isola sono solo due: quella di Marina Piccola, fatta di grossi ciottoli levigati più che di sabbia, e quella di Marina Grande. Volendo, da qui è possibile salire a bordo dei motoscafi che portano fino all’ingresso della Grotta Azzurra, nel vicino comune di Anacapri, chiamata così per la particolare sfumatura cromatica che l’acqua acquista al suo interno.
Si racconta che a scoprirla fu il poeta polacco August Kopisch, durante un soggiorno sull’isola assieme all’amico Ernest Fries. Incantato da tanta meraviglia, Kopisch ebbe l’intuizione di fare della Grotta la carta vincente di una campagna promozionale. Da allora, i “forestieri” portarono denaro e soprattutto lustro a queste coste e il gran flusso di gente non si interruppe più.
L’isola di Capri, è l’emblema di un mondo a sé, di un modo diverso di vivere. Ed io, almeno per un giorno, ne ho fatto parte!
Scrivi un commento
Per inviare un commento devi fare il login.