19 Settembre 2008

Un “prato” affacciato sul Monte Bianco

di Marcello Di Sarno (Blog Pré-Saint-Didier. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Prè-Saint-Didier Riccardo Bieller intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta Prè-Saint-Didier a chi oggi la vive quotidianamente?
E’ un piccolo comune turistico che vanta un ambiente naturale di grande richiamo, nel cuore della Valdigne. Abbiamo una vista panoramica sul Monte Bianco e su tutta la sua catena e siamo a un passo da Courmayeur.
In tutto conta sette frazioni, in ognuna delle quali è riconoscibile un nucleo storico di enorme valore documentale, attorno al quale si è sviluppato il tessuto urbano più recente. Pensiamo a frazioni come La Balme, Verrand, Riccardo BiellerPalleusieux, Champex ed Elévaz, dove si possono ammirare preziosi esempi di scultura in legno databile tra i secoli XIV e XVI.
Nel capoluogo invece legati al turismo termale ci sono una serie di alberghi di lusso insieme ad altre fondamentali strutture ricettive.
I ritmi della vita cittadina sono regolati dalla fiorente attività turistica, vero motore dell’economia locale. Nei periodi di maggior affluenza di visitatori, in estate e in inverno, la popolazione passa dai 1.000 residenti effettivi a 7.000.
Accanto al turismo c’è una piccola attività industriale, legata per lo più al settore edilizio e alla falegnameria. Di antica tradizione è l’attività artigianale, tipica dei comuni montani della Valle d’Aosta, che si esprime in manufatti di legno come le maschere, la coppa dell’amicizia etc.

Tre validi motivi per visitarla?
In primis Prè-Saint-Didier può giovarsi di una posizione di grosso pregio sotto il profilo ambientale, per i motivi che ho esposto all’inizio, e dei collegamenti (a portata di mano c’è il passo del Piccolo San Bernardo). Di qui sono passati tutti i più grandi eserciti, da quello napoleonico a quello tedesco della II Guerra Mondiale, quest’ultimo testimoniato da fortini e gallerie sotterranee, oggi utilizzate come depositi per la stagionatura delle fontine della Valdigne.
Una ragione che fin dalla metà del seicento fa convogliare qui frotte di turisti è legata allo stabilimento termale costruito nel 1834, il cui restauro, portato a termine dalla mia amministrazione – attraverso un project financing con la Regione – ne ha ripristinato la funzionalità dopo 30 anni di inattività. Le proprietà terapeutiche delle sue acque, provenienti dalla dora Verney e ricche di ferro, erano già note in epoca romana.
Un terzo motivo è legato al valore storico-culturale delle nostre tradizioni. In particolare molto sentita è la festa del patrono, diversa da frazione a frazione, durante la quale si celebra la famosa festa della Badoche. Probabilmente di origine celtica, la rappresentazione in costume tipico della Valdigne rinnova un rito iniziatico che coinvolge giovani uomini e donne, non sposati.

Chi o cosa, secondo lei, ha plasmato l’identità dei saint-didierins?
Più che a un evento storico o un personaggio illustre del passato, ritengo personalmente che l’identità sia da ricercare in un aspetto culturale: un maturo senso dell’ospitalità da parte dei saint-didierins. E’ un fattore di enorme rilevanza sociale, dal momento che viene ad essere la conseguenza dell’evoluzione, del graduale passaggio da un’economia agricola e da uno stile di vita duro, sacrificato, a una nuova forma mentis imprenditoriale, che ha intravisto nel turismo la vera e la sola via per lo sviluppo.
Nel passato la vita di montagna era sacrificante e gran parte degli abitanti era costretta a emigrare in Francia e in Svizzera in cerca di lavoro; oggi si assiste all’inverso, molti ritornano per investire sul rilancio della propria terra.

Per quale aspetto del suo comune e della sua gente Riccardo Bieller, da cittadino prima ancora che da sindaco?
Se c’è una cosa di cui vado estremamente fiero, quello è lo spirito di alta partecipazione, di volontariato dei miei concittadini.
La presenza di numerose associazioni operanti sul territorio, come lo Sci Clup Alpino e la Protezione Civile, supplisce ai limiti di organico dell’amministrazione comunale. Nel caso del Giro d’Italia ci consente di assicurare un valido supporto alla logistica e alla sicurezza dell’evento.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro di Prè-Saint-Didier, va fiero?
Sono principalmente due gli obiettivi che possono dare una svolta determinante alla nostra economia.
Il primo riguarda il completamento dell’azione di rilancio dello stabilimento termale, con la realizzazione, tra gli altri, di un parco ambientale e di un albergo.
L’altro, da tempo auspicato, è mettere in collegamento i due impianti sciistici di Courmayeur e di La Thuile attraverso il nostro territorio. E’ il grande traguardo della mia amministrazione che potrebbe cambiare profondamente il volto di Prè-Saint-Didier, facendone la principale meta della regione dal punto di vista sciistico.
Altri progetti importanti riguardano la costruzione di due centrali idroelettriche e la riqualificazione del trasporto pubblico.

Una domanda che per lei è d’obbligo rivolgere su Prè-Saint-Didier e la risposta che darebbe.
“Cosa rappresenta per Prè-Saint-Didier l’acqua?”
“E’ il nostro elemento vitale sotto tutti gli aspetti. Da un alto ci sono le acque a 36° del complesso termale rappresentano il punto di forza della nostra attività turistica.
Su un altro versante la corrente sfruttata dalle centrali idroelettriche, a basso impatto ambientale, assicura rilevanti entrate alle casse comunali, la qual cosa consente di abbassare le tasse ai cittadini e, di conseguenza, di assicurare agli stessi una migliore fruibilità dei servizi.

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