25 Novembre 2008

Le surduline del Pollino e il patrimonio immateriale da salvaguardare

di Paola Perna (Blog Terranova di Pollino. Interviste Artigiani)

Porta naturale di accesso al Parco Nazionale del Pollino situata alle pendici del monte Calvario, Terranova di Pollino è il paese nel quale da tempo si cerca di valorizzare le peculiarità locali, per rilanciare non solo il turismo ma anche le tradizioni affievolite nel corso degli ultimi decenni.
Tra queste la produzione di strumenti popolari della zona del Parco tra cui zampogne, ciaramelle e le tipiche surduline.
Così i pochi suonatori rimasti si sono inizialmente improvvisati creatori, fino a diventare abili artigiani di strumenti che avvicendano al classico, il gusto moderno della tradizione.
Tra questi Pino Salomone intervistato per Comuni-Italiani.it

A quando risalgono le origini di questa professione nel Pollino?
Le origini documentate risalgono alla fine dell’Ottocento e ne sono testimonianza una serie di scritti che ancora vengono gelosamente custoditi dai cultori di questi strumenti. Tuttavia, le radici di quest’attività affondano in periodi molto precedenti: basta leggere gli studi di numerosi ricercatori universitari per capire che questa tradizione si tramanda da molti più secoli.
La mia professione era complementare a quella di contadino o pastore che a Terranova del Pollino era prevalente. Con il progressivo abbandono di questi mestieri, si è persa del tutto anche quest’arte.

Perché?
Di suonatori ancora ne esistono, mentre di persone capaci di costruirli ne sono rimasti davvero pochissimi. Negli anno ’80, preso atto di ciò, ho realizzato un laboratorio di fortuna per costruire questi strumenti, secondo le tecniche acquisite dai miei familiari.

Come ne ha ereditato i segreti?
Mio padre e prima ancora mio nonno suonavano questi strumenti, perciò la mia infanzia è stata caratterizzata dal loro utilizzo e dalla loro musicalità. Mio padre Carmine, scomparso nel 2000, è stato l’ultimo virtuoso accordatore e suonatore di surdulina, la più piccola zampogna d’Italia.
Nelle varie spedizioni di ricercatori e appassionati alla scoperta delle radici della tradizione musicale popolare, la nostra casa è stato tappa obbligata.

Quali sono gli strumenti che produce?
Tutti quelli relativi al patrimonio culturale musicale del territorio in cui vivo, legato alle danze e ai canti popolari tipici di Terranova e della Basilicata in generale: le zampogne a chiave, le surduline, le ciaramelle.

Perché conservare questo patrimonio?
Poiché siamo rimasti davvero in pochi a dedicarci alla costruzione di questi strumenti. E altrettanto pochi siamo i suonatori che eseguono un repertorio unico, legato a un patrimonio trasmesso oralmente e per questo non contaminato da filtraggi accademici.

Questi strumenti come sopravvivono alla globalizzazione?
Grazie alla passione dei loro cultori. Costruiti ancora in modo arcaico, questi strumenti riescono a inserirsi nel mondo globalizzato attraverso la musica, i riti e la rievocazione di una cultura altrove scomparsa.
Il passato però non viene ricordato in forma nostalgica, ma diventa motivo di un confronto con il mondo e la cultura attuale.

Quanto le tradizioni locali hanno influito sulla diffusione di questo mestiere?
Moltissimo visto che quando sono autentiche, e non inventate per animare sagre o eventi commerciali, servono a delineare l’intera cultura di un popolo.

Ci sono nella sua città strutture espositive?
Sì, ma purtroppo non vengono utilizzate per queste cose, nonostante siano stati presentati progetti in merito alla loro valorizzazione e realizzate diverse pubblicazioni.

Vengono organizzati eventi, fiere, mostre mercato?
Sì, ma si tratta di eventi messi in piedi soltanto per consumare danaro pubblico.

In che modo la sua attività potrebbe essere maggiormente valorizzata?
Attraverso investimenti da parte di enti pubblici finalizzati alla conservazione dei patrimoni culturali specifici del territorio.

Quale il suo contributo?
Abbiamo costituito l’associazione “Gli Amarimai” e il “Comitato per la promozione del patrimonio immateriale” che, attraverso la rete, diffonde la filosofia dell’Unesco volta alla salvaguardia dei beni intangibili. Per esempio, prossima è l’inaugurazione della Scuola di Arpa Tradizionale a Viaggiano.
Questo è il sito per chi volesse avere maggiori informazioni a riguardo:  www.intangibleheritagenetwork.net

Riferimenti:
Gli strumenti popolari di Giuseppe Salomone
Telefono: 0973-93350
Indirizzo mail: pinosalamone@totarella.it
Sito web: www.totarella.it/laboratori.htm

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