18 Aprile 2008

Il “sentiment” di vivere l’eccellenza

di Marcello Di Sarno (Blog Trento. Interviste Sindaci)

Il sindaco di Trento Alberto Pacher intervistato per Comuni-Italiani.it

Come si presenta la sua città a chi oggi la vive quotidianamente?
Se dovessimo scattare un’istantanea alla Trento di oggi, avremmo l’immagine di una città operosa e socialmente equilibrata Alberto Pacherche ora sta vivendo una fase di mutamento. E’ un mutamento dovuto a tanti fattori: penso alle nuove cittadinanze legate al fenomeno dell’immigrazione, alla presenza massiccia di studenti universitari, a un dinamismo che porta alla ridefinizione di una vocazione economica sempre più sbilanciata verso il terziario avanzato e l’economia della conoscenza, la ricerca, la formazione.
Vorrei poi ricordare che, per il quotidiano Sole 24 ore, Trento è al primo posto in Italia per qualità della vita. Credo che l’ottima posizione dipenda dal fatto che una delle priorità di questa Amministrazione è sempre stata quella di dotare tutta la città, sobborghi compresi, di tutti i servizi necessari a una buona vivibilità urbana. Ecco allora che si è investito molto in interventi sociali, nella cultura, nello sport, nella sicurezza, nelle scuole, nei centri civici. Però il primo posto conquistato da Trento nella classifica delle città più vivibili è un risultato corale, un riconoscimento non solo all’impegno dell’Amministrazione comunale ma a tutti i soggetti che lavorano nella nostra provincia.

Tre validi motivi per visitarla?
La storia, l’arte e la natura. A un visitatore consiglierei innanzitutto una passeggiata, senza una meta precisa, nelle vie del centro, per avere un primo colpo d’occhio delle bellezze della città. Obbligatoria, fin da subito, una sosta in piazza Duomo, definita non da noi trentini una delle più belle piazze urbane del mondo. Senza dubbio è una delle più caratteristiche e policrome e ha un effetto scenografico davvero sorprendente. A proposito di colori, a chi passeggia in centro raccomando di guardare in alto: altrimenti c’è il rischio di non accorgersi degli antichi affreschi che ricoprono i palazzi. Assolutamente notevole è Palazzo Geremia, in via Belenzani, la Contrada Larga da cui passavano imperatori e principi che arrivavano dalla Germania.
Agli appassionati d’arte consiglierei una visita al rinascimentale palazzo delle Albere, sede trentina del Mart, il Museo di arte moderna di Trento e Rovereto, e alla nostra Galleria civica, uno spazio dedicato alla sperimentazione e alla ricerca sull’arte contemporanea. Doverosa è poi una visita al castello del Buonconsiglio, antica residenza di principi vescovi, e allo spazio archeologico Sass che conserva i resti della Trento romana e altomedievale. Ogni palazzo, ogni strada del centro storico sono comunque un monumento, un patrimonio di arte e di storia.
Veniamo infine alla natura: lasciando stare le ormai ben conosciute piste ciclabili che ti consentono di raggiungere in tutta sicurezza tanto Verona quanto il lago di Garda, io raccomando una visita al Bondone, il monte della città. Chi non c’è mai stato resterà sorpreso perché troverà, a pochi minuti d’auto o di autobus dal centro, un mondo sospeso e quasi incantato: a seconda della stagione, piste innevate o prati verdi, e poi aria pura, panorami mozzafiato, sentieri, malghe, mucche al pascolo, il giardino botanico, tracciati per le mountain bike, passeggiate tanto per i camminatori provetti quanto per le famiglie con bambini.

Chi ne ha fatto la storia?
Citerei tre nomi: Bernardo Clesio, Cesare Battisti e Alcide De Gasperi. Bernardo Clesio fu tra le maggiori personalità politico-religiose vissute a cavallo tra 1400 e 1500. Vescovo di Trento, umanista, amico di Erasmo da Rotterdam, Clesio si impegnò in una generale ristrutturazione della città e del Principato: modernizzò gli acquedotti della città, rimise in funzione la zecca vescovile, aumentò i commerci e fece prosperare le miniere. Fu consigliere dell’imperatore Massimiliano I e ricoprì il ruolo di responsabile della politica estera dell’Impero. Si adoperò inoltre per l’organizzazione del Concilio di Trento, allo scopo di trovare una mediazione tra la riforma protestante che si stava diffondendo all’interno delle terre dell’Impero, e l’autorità papale.
Cesare Battisti è stato un politico, rivoluzionario e irredentista. Fu in definitiva un eroe nazionale italiano giustiziato perché, con le sue idee, minava la stessa esistenza dell’impero austroungarico.
L’altro grande protagonista della storia, non solo trentina ma italiana ed europea, è Alcide Degasperi: tra i più grandi statisti del secolo scorso, è il padre della nostra autonomia e l’artefice di quell’accordo con Karl Gruber, ministro degli Esteri austriaco, che regolò i rapporti tra Italia e Austria nella gestione della “questione altoatesina”.

Per quale aspetto della sua città va personalmente fiero?
E’ un aspetto che è stato messo in rilievo dall’ultima classifica del Sole 24 ore sulla qualità della vita e, in particolar modo, dalla parte dedicata al “sentiment”, ovvero alla percezione soggettiva dei cittadini: mi riferisco al fatto che gli abitanti di Trento siano più che consapevoli della qualità della propria vita. Da questo punto di vista Trento è in controtendenza rispetto all’Italia descritta dal Censis di Giuseppe De Rita: un’Italia depressa, senza aspettative, con le pile scariche. Nell’indagine si scopre infatti che qui i cittadini danno buoni giudizi sui servizi e sulle opportunità di svago e di lavoro, arrivando a dichiararsi più felici della media. Mi pare molto positiva, infine, anche l’immagine che Trento gode all’esterno: la nostra è la prima città medio-piccola a essere scelta come luogo ideale in cui vivere.

Tra progetti da portare a termine e traguardi ambiziosi da perseguire, come vede il futuro della sua città?
Vedo una città basata sempre di più sull’economia della conoscenza, sulla formazione, sulla ricerca, sul turismo. Vedo una città rinnovata grazie ai processi di riqualificazione urbana innescati dal lavoro pianificatorio dell’urbanista catalano Joan Busquets e favoriti dalla contemporanea presenza a Trento di più architetti di fama internazionale impegnati nella progettazione della città che verrà. Primo fra questi Renzo Piano, che sta convertendo l’area industriale dismessa ex Michelin in un nuovo frammento di città con un grande parco pubblico da 50 mila metri quadrati, alloggi, uffici, negozi e un avanzato museo della scienza. Poi Vittorio Gregotti, incaricato da alcuni privati di reintrepretare l’area di Trento Nord che, un tempo sede di attività industriali altamente inquinanti, richiede oggi un’onerosa bonifica preventiva. E ancora Mario Botta, chiamato per la nuova sede della facoltà di Giurisprudenza in via Rosmini, appena terminata, e per la futura biblioteca universitaria prevista in via Verdi, cuore della cittadella dell’ateneo trentino.

Una domanda che vorrebbe sentirsi rivolgere sulla sua Città e la risposta che darebbe.
Mi piacerebbe che mi chiedessero se Trento è un bel posto in cui vivere. A questa domanda farei rispondere i cittadini che, secondo una recente indagine di Altroconsumo, fanno conquistare a Trento il sesto posto in una graduatoria della vivibilità urbana che prende in considerazione ben 76 città europee. A livello nazionale invece Trento conquista la medaglia d’oro, lasciandosi alle spalle città come Bolzano, Aosta e Trieste. Si tratta di un primato conquistato grazie a tanti fattori: strade pulite, una buona rete di piste ciclabili, acqua di rubinetto migliore di quella in bottiglia, un efficiente sistema di raccolta dei rifiuti, ottime opportunità per il tempo libero, una pubblica amministrazione capace di rispondere ai bisogni dei cittadini.
L’ottima pagella portata a casa dalla città è lusinghiera perché in quest’indagine di Altroconsumo a dare i voti sono stati i trentini stessi, che hanno così rivelato di essere tra i più soddisfatti d’Europa della propria qualità della vita. Voglio segnalare in modo particolare uno dei dati più interessanti, che distingue Trento da tutte le altre città italiane, riguarda la pubblica amministrazione: l’efficienza dei servizi comunali infatti guadagna la parte alta della classifica con un bel 6,9 (la media europea è di 5,3), mentre la capacità di dare una risposta ai bisogni dei cittadini viene premiata con un 6,3, voto superiore di quasi due punti alla media europea (4,7) e poco al di sotto del punteggio massimo (6,6) riportato dalla città belga di Hasselt, prima nella classifica generale. La pubblica amministrazione trentina riceve dunque uno dei punteggi più alti d’Europa: i giudizi dei cittadini di Trento sono infatti paragonabili a quelli espressi dagli abitanti di Hasselt, Leuven, Brugge, Genk, Gent, prime città della classifica generale.
Risultati come questi non potrebbero essere raggiunti se chi lavora per quest’Amministrazione non svolgesse il proprio compito con dedizione e disponibilità, se non mettesse al primo posto la risposta alle esigenze dei cittadini. Mi pare che il segreto di questo primato stia nel sentire il Comune, la Città come la propria casa. Non un luogo anonimo e qualsiasi, dunque, ma qualcosa che ci appartiene e di cui essere orgogliosi.

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