14 Gennaio 2011

Il ponte tra storia e leggenda

di Emanuela De Fazio (Blog Pont-Saint-Martin. Racconti di Viaggio)

Il ponte

Il ponte

A settembre andai in compagnia del mio fidanzato a Pont-Saint-Martin nella Valle d’Aosta. Partimmo da Gallarate imboccando l’autostrada e dirigendoci verso Ovest, attraversammo tutto il Piemonte giungendo sino alla splendida Ivrea, ultima città prima di entrare nella Valle di Aosta.

Il comune, meta della nostra visita, si trova all’inizio della valle del Lys, primissimo comune della Valle di Aosta arrivando dal Piemonte.
Il viaggio fu abbastanza lungo ma la bellezza dei paesaggi ci fece compagnia per tutto il tragitto, fu spettacolare, la musica, il verde, i forti colori tipici della zona che indicano quanto poco questa sia inquinata. Poi quando giungemmo a destinazione non potemmo far altro che apprezzare ancor di più tutte le particolarità della zona, quali i numerosi castelli di cui, alcuni di questi, oggi, sono solo rovine che potemmo ammirare nei dintorni del paese.

Entrando in Pont-Saint-Martin incontrammo una rotonda la quale conteneva un monumento circolare con dei simboli al suo interno, non riuscimmo a svelare il significato perché ogni volta che incontravamo qualcuno ci dimenticavamo di chiedere il senso dell’opera.

Parcheggiammo la macchina e ci dedicammo a conoscere più a fondo il luogo. Con uno sguardo d’insieme ci risultò facile ammirare anche lo stile caratteristico delle case e dei negozi, dove la pietra ne fa da padrona.

Passeggiando per le vie incontrammo molti ragazzi, studenti appena usciti dalle scuole, signore intente a fare compere, operai in pausa pranzo e come spesso accade nei paesini di montagna, trovammo un pane eccezionale! Tutti segni, questi, di una certa vivacità del paese.

Restammo a bocca aperta quando, percorrendo la via maestra, ci trovammo al cospetto di un grandioso ponte a campata unica in pietra, che in seguito scoprimmo costruito nel I secolo avanti Cristo.
Restammo estasiati da cotanta bellezza ed io non potei trattenermi dal fotografare l’opera. Una opera, questa, perfettamente fruibile 2000 anni dopo la sua costruzione!  Ogni tanto, davanti a queste maestosità io e il mio ragazzo ci chiediamo come riuscivano a costruire opere così incredibili senza tutti quei macchinari e tecnologie che si possiedono oggi. L’assurdità è che le costruzioni dell’epoca resistono tutt’oggi mentre la stessa cosa non si può dire di ciò che fanno ai giorni nostri, che dopo pochi anni sono già da risistemare. Ma lasciamo a parte le polemiche, dato che non è questa la sede… piuttosto venimmo a conoscenza di una simpatica leggenda la quale dice che il ponte non venne costruito dall’uomo bensì dal diavolo il quale imbrogliato da San Martino, costruì il ponte con la speranza di ricevere in cambio il primo individuo che vi fosse transitato. In ogni caso tale ponte è un simbolo indiscusso in quanto dà il nome al comune stesso.

Castello di Baraing

Castello di Baraing

Proseguimmo la nostra gita per il bel paese e ci accorgemmo che non è una grande città bensì un villaggio di media valle il quale si trova a 345 metri sul livello del mare e con un clima da perfetta meta turistica grazie alla cura delle sue strade, dei suoi edifici e dei suoi amichevoli cittadini; non a caso la scegliemmo come nostra destinazione “vacanziera”.

Un’altra cosa che ci colpì a fondo fu il bellissimo castello di Baraing, un’opera in stile neo-gotico, bellissimo e di un color rosa tenue e rossiccio. La fortezza risale alla fine dell’Ottocento ed è situata su una rupe che sovrasta il vecchio borgo. Infatti noi la potemmo ammirare dal basso e leggemmo che possiede un ampio giardino con serre e fontane. In più oggi, dopo il restauro, è divenuto sede della Comunità Montana del Monte Rosa.

Gironzolare per Pont Saint Martin ci piacque molto, l’essere circondati dalle montagne ci dava un senso di protezione e di rilassamento che ci accompagnò per tutto il giorno durante la nostra passeggiata alla scoperta del luogo.

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