29 Giugno 2008

Procida: la piccola isola del golfo di Napoli

di Sofia Riccaboni (Blog Procida. Alla Scoperta della nostra Italia)

Procida - Marina GrandeSi dice che prenda il nome da una sirena, Prochyta, è la più piccola delle isole partenopee ed anche quella più nascosta. Situata tra la costa di Pozzuoli e l’isola di Ischia, Procida si sempre tenuta lontana dal turismo e per questo è sempre stata amata e ricercata da artisti e scrittori.

All’arrivo ti accoglie il piccolo e caratteristico porticciolo di Marina Grande di Sancio Cattolico, che ti incanta con il suo bellissimo palazzo Montefusco.

Procida - Venerdì SantoTuristi e troupe televisive prendono d’assalto l’isola nei giorni di Pasqua per seguire i coinvolgenti riti della Settimana Santa, con la processione degli Incappucciati il giovedi e quella del Cristo Morto il venerdì: a quest’ultima, sentitissima, vi partecipa, in un silenzio tombale, l’intera popolazione. Le famiglia fanno a gara per portare la statua di Cristo a spalla nel giro dell’isola, dalla Chiesa di San Michele a Terra Murata, antico borgo medievale che racchiude il castello.

Di tutt’altro genere, ma ugualmente molto sentita, è la festa della Graziella, che si tiene da 50 anni a fine luglio: in omaggio alla protagonista del romanzo di Lamartine, ambientato a Procida, le ragazze indossano preziosi abiti tradizionali e la più graziosa viene eletta graziella.

Tutto questo avviene nella zona centrale del paese, ma Procida è fatta anche di altro. La parte più interna, un antico borgo, dove la auto non possono arrivare, è un susseguirsi di stradine solitarie e di campi coltivati, si rimane incantanti nel trovare alcune barchette riempite di terra e adibite a piccoli orticelli. E poi ancora, troviamo un fiorire di orti profumati e bellissimi limoneti stracolmi di limoni di pane, che sono all’apparenza molto simili a cedro ma sono in realtà giganteschi limoni con un cuore dolcissimo. Negli orti, piccole produzioni familiari che per secoli sono state affidate alle donne che attendevano il ritorno degli uomini dal mare, troviamo anche i carciofi mammarella, i pomodri lampadina e l’uva pane. Procida resta comunque un’isola di pescatori. Ogni giorno, alle 16, si rinnova il vivace rito dell’arrivo delle paranze, piccoli pescherecci a conduzione famigliare, che portano il pescato del giorno, che viene venduto direttamente sulla banchina, dove ad attenderlo si trovano isolani e turisti.

Sicuramente molto interessante è scoprire l’isola dal mare con gozzi e gommoni, ma anche con barche a vela. Mentre per gli appassionati di pesca in autunno e primavera è possibile provare l’esperienza della pescaturismo. Durante questa meravigliosa esperienza ci si può imbattere in uno dei fondali di corallo che, dopo anni di assenza, sta tornando nel mare procidano.

Quest’isola permette ancora di ascoltare il rumore del mare, le voci dei pescatori e il suono del vento, dando cosi la possibilità al turista di entrare nello spirito del luogo.

 (Foto di Roberto De Martino in Pubblico Dominio e di Porfirio in licenza Creative Commons BY)

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