Non c’è niente da fare le cose inattese sono sempre le più belle! A volte non inserire una meta nell’itinerario di viaggio, solo perché non conosciuta in tutto il mondo, può diventare la scelta sbagliata. A me è successo con Cascina, paese in provincia di Pisa. Sembrava piccolo e senza interesse… e invece, forse, una semplice passeggiata in centro è stata la mia scelta più azzeccata!
La splendida città di Volterra sorge nell’entroterra pisano, sul promontorio che separa la Val d’Era dalla Val di Cecina. Un luogo apprezzato per la generosità della natura, fatta prevalentemente di floride macchie boschive e sinuose colline, nonché per la preziosa opera dell’uomo che ha eretto in loco, nel corso dei secoli, complessi architettonici di straordinaria bellezza.
Ai piedi dei Monti Pisani, sorge Calci, circondata come un anfiteatro dalla Vallata Graziosa che raccoglie i mucchietti di case che nel complesso formano il suo borgo. Alessandra Antonelli ci aiuta a scoprire questi luoghi carichi di fascino immersi nel silenzio delle valli toscane.
Elena Pinori ci racconta il lato più frizzante della città della Torre Pendente. Il centro storico dal sapore medievale, i palazzi maestosi e i musei, gli eventi e le manifestazioni durante tutto l’anno attirano tra i vicoli del borgo turisti provenienti da ogni parte del mondo. Per vedere quello che c’è oltre la Torre.
La Luminara di San Ranieri è una delle tradizioni più caratteristiche della città di Pisa e di tutte le città toscane. In memoria del santo Ranieri degli Scacceri, ogni anno la città viene illuminata da candele posizionate lungo le strade che fiancheggiano il fiume Arno e su telai di legno che ricalcano le sagome dei palazzi del centro. Lo spettacolo è eccezionalmente suggestivo, festaiolo, completato da fuochi d’artificio e malinconiche visioni in penombra del fiume cosparso dai riflessi delle fiammelle.
Un camice bianco e una sala operatoria? Una prospettiva poco allettante per una “ragazza mediamente carina” come Silvia, che ha deciso di raccontarla la scienza, come antidoto al “tragico vuoto” delle civette. Al “microscopio” la sua Pisa tradisce l’indolenza di chi ama contemplarsi l’ombelico incalzata dal dinamismo di idee di quanti, a parer suo, dovrebbero socraticamente abbandonare le cattedre.
Sergio del Ristoro Re di Puglia di Pisa è un Cipputi della gastronomia. Parla schietto, è un radicale, non ama i compromessi. Questa avventura gastronomica è costata sacrifici. Contro l’abbandono del territorio, dalla campagna, la fuga verso la città e il consumismo culinario. Ma questa cooperativa ha coronato il proprio sogno e alla fine ce l’ha fatta. Con le proprie idee: niente Fanta, Coca, fast food, maleducazione da telefonini che trillano ai tavoli e carte di credito. Bastian contrari? Sicuramente. Ma chi ama di più il territorio di chi si sacrifica per esso?