La predestinazione di Arianna Concu al giornalismo era scritta nell’impronta nera di giovani dita che intercalavano pagine fresche di stampa. Nella sua Sanluri ha visto come nasce un giornale e come si può rispondere al desiderio di pettegolezzo dei lettori locali, senza fare troppi danni. Anche qui fare informazione è come la “sa battalla”, tra capelli ricci lasciati lì sull’asfalto e una voce paterna che riecheggia soltanto nei ricordi.
Un castello giudicale passato in mano agli aragonesi, poi ai feudatari e infine al generale Villa Santa che insieme al Duca d’Aosta decise di farne un museo. A Sanluri, nel Campidano, si può seguire il racconto della Prima guerra mondiale attraverso i cimeli e le lettere raccolte dal fronte, in cui morirono quasi duemila sardi. Oltre alla raccolta di oggetti del Risorgimento del Duca e l’equipaggiamento di alcune spedizioni in Africa del generale Villa Santa.
Scarpe chiodate, il primo televisore del paese, il contratto Fiat dell’emigrato e addirittura la chitarra rosso fuoco della band del paese, I Caimani. Appese ai muri le fotografie di ragazze con i capelli cotonati in cui gli abitanti di Lunamatrona riconoscono le zie o le vicine di case. Una visita nel museo “C’era una svolta” è un viaggio negli anni ‘60, quelli del boom economico italiano che arriva e stravolgere abitudini e mestieri di un comune sardo. Attraverso gli oggetti comuni, forniti dagli abitanti, si racconta così la storia di un paese, simile a quella di tanti altri dell’entroterra isolano.
Nel cuore della Sardegna, a Barumini, c’è l’insediamento nuragico più importante e meglio conservato dell’isola: “Su Nuraxi”. Una vera e propria reggia con un mastio centrale, quattro torri disposte secondo i punti cardinali e un villaggio di capanne. Una visita per tentare di conoscere meglio uno dei popoli più misteriosi della preistoria: i nuragici.
Alla Scoperta della nostra Italia
Piscinas, il deserto sardo con le dune più alte d’Europa
di Monia Melis
In viaggio tra vecchi borghi minerari, ormai abbandonati, per arrivare a una spiaggia immensa con le dune più alte d’Europa. Piscinas, nel territorio di Arbus offre paesaggi irreali e unici con le sue colline di sabbia color ocra. Un tratto della Costa Verde, particolarmente aspro e selvaggio ma molto fragile, da preservare.
Montagna e collina due simboli di altrettante identità che disegnano l’armonia di Villacidra. Il Sindaco è cosciente dell’unicità della sua terra prodiga di reperti e di segreti, che con i suoi “boschi d’aranci” ammaliò finanche il Vate. Ieri una linea di demarcazione metteva di qua l’umile e laboriosa “Russia”, di là l’opulenta Arabia. Nel cuore della città non passa il progresso, ma soltanto una fresca brezza che s’insinua nell’immaginario delle nuove generazioni: è quella che spira dalle innumerevoli pagine di un illustre figlio di questa terra.
Un tuffo nel passato per far riscoprire ai giovani d’oggi come si curavano i nostri padri e i padri dei nostri padri e mostra come un tempo venivano preparate le medicine dal farmacista. Definito “un piccolo tesoro culturale”, custodisce oggetti e reperti di farmacia e medicina, antiche bilance, mortai, una sorta di elettroshock ed il famoso apparecchio Venere… volete sapere cos’è?
Antonio Saba, presidente della Pro Loco di Villacidro, ci racconta l’attività dell’associazione che si configura come trampolino di lancio per tutte le attività culturali e turistiche del paese. Fonte di aggregazione e socializzazione tra le varie componenti cittadine e protagonista nella promozione e la valorizzazione turistica del territorio. Dalla Sagra della ciliegia alla fiera agroalimentare ed artigianale… un paese tutto da scoprire!
Il blog villanovese Subiddanoesu spazia dall’attualità agli eventi del passato e vanta una ricca sezione video, arrivando a vincere nel 2007 il premio indetto dal Sole 24 ore. Gli autori, Franco Farris e Sergio Vacca, invitano l’amministrazione a creare un sito istituzionale che garantisca la trasparenza attraverso la pubblicazione di delibere e atti.