Si racconta che Trapani, sul versante più occidentale della Sicilia, sia nata per caso, da una falce caduta sulla terra alla dea Cerere. Luogo mitologico, con un patrimonio architettonico ricchissimo che si fa testimonianza di un passato glorioso e intenso, Trapani è tra le città siciliane con i litorali più belli, dove la forza primordiale del mare si fonde e convive con la civiltà millenaria di un popolo di pescatori.
Lo scrittore siciliano Antonino Frattagli ci accompagna alla scoperta della splendida Valderice, antica terra di marinai oggi convertita al turismo di qualità. Fra manifestazioni culturali, eventi folcloristici e sagre enogastronomiche di pregio, la vita della cittadinanza scorre all’insegna della salubrità, merito di un mare incontaminato impreziosito da verdeggianti pinete e dal rassicurante abbraccio delle montagne circostanti.
Alcamo vista attraverso gli occhi del giornalista Massimo Provenza, che negli anni ne ha osservato e raccontato i cambiamenti. Un territorio ricco di risorse e di talenti, ma la cui economia arranca e dove il turismo stenta a decollare. All’orizzonte il progetto di un piazza virtuale votata al confronto fra i cittadini desiderosi di proporre e attuare insieme progetti concreti per il bene comune.
Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, deve la sua fama internazionale al ritrovamento al largo delle sue acque del Satiro danzante, che ha fatto sì che negli ultimi dieci anni divenisse meta di appassionati d’arte di tutto il mondo. Ma il paese ci riserva tante sorprese tra quartieri arabi, culti religiosi e misteri irrisolti.
Dove finisce Trapani e dove inizia Erice? Eterno dilemma di un popolo, quello degli ericini, spesso tacciato di non avere radici identitarie proprie. Ma percorrendo le stradine immerse in un silenzio di pace, fra antiche rovine e borghi medievali, ci rendiamo conto che nulla come la storia e le tradizioni di un popolo contribuiscono a tracciarne l’identità, per sempre.
Un sito archeologico da fare invidia alla stessa Atene: questa è Selinunte. La piccola borgata marinara, frazione del comune di Castelvetrano, ospita un pezzo di Grecia. Il parco archeologico, i templi, l’acropoli, il vicino mare… Chiunque scatti una foto, può anche vantarsi di raccontare di essere stato nel Peloponneso.
Un viaggio, accompagnato da un’insolita nevicata, mi porta in uno dei luoghi più suggestivi della Sicilia: a Calatafimi Segesta e nel suo sito archeologico. Resto affascinata da quest’antica città, fondata dal popolo degli Elimi dell’antica Troia, e dai tesori che conserva, ma non sono l’unica… “All’estremità di una valle lunga e larga, isolato in vetta a una collina e insieme cinto da rupi, domina lontano un’ampia distesa di terra, ma solo un breve tratto di mare. Il paese d’intorno è immerso in una fertilità malinconica, tutto coltivato, eppure quasi privo di abitazioni umane”. Con queste parole Goethe descrisse, nel 1787, il maestoso tempio dorico di Segesta.
Nobile e barocca, Poggioreale, in provincia di Trapani, fa parte di quei comuni violentemente funestati dal terremoto del 1968. Da 40 anni non ha conosciuto altro che un lento, drammatico e inesorabile declino. I suoi abitanti, costretti a lasciarla all’indomani della tragedia, oggi guardano con preoccupazione al futuro di un paese che rischia di scomparire nell’oblio e si affidano anche a Facebook per salvare le meraviglia di una città pronta a riconquistare la sua suggestiva visione.
Custonaci, il cui nome in greco vuol dire piccola castagna, a dispetto della piccola superficie che occupa, è il primo polo marmifero della Sicilia. A pochi chilometri di distanza, il piccolo borgo Scurati: luogo in cui basta poco per rendersi conto che qui il tempo sembra essersi fermato. Piccole case, stalle, un forno per il pane, un recinto con le pecore, un frantoio e poi ancora la gente…
Proprio nel cuore dell’arcipelago dello Stagnone, di fronte a Marsala, sorge l’isola di San Pantaleo, nota ai più con l’antico nome di Mothia o Mozia. Un tempo antica colonia fenicia, oggi è un piccolo angolo di paradiso di cui possiamo godere il silenzio che domina sovrano, spezzato solo dalle placide onde del mare e dal vento che muove le pale dei mulini.
Non c’è strada migliore per uscire dal buio della barbarie che affidarsi alla lingua dell’arte. Se a prestargli voce è Vittorio Sgarbi, per Salemi quella strada è un po’ più agevole. Partecipare è determinante, ma a volte basta il solo esserci, come Sindaco e defensor artis, e comunicare oltre ogni confine le proprie idee. Queste sono le armi per spezzare le infami catene del passato e per difendere le ragioni di chi parla al cielo con verbi differenti.
Una giornata in una delle città che diede vita alla nostra Italia, tra i ricordi lasciati da Garibaldi e le tradizioni di tanti anni di diversi domini. Camminare per le vie di un luogo che ha visto passare l’uomo che ha fatto la nostra storia, orgoglio di questa città.
Tra le isole Egadi, la più lontana e la più nascosta vi permette di trascorre una vacanza indimenticabile, tra mare e montagna, tra una gita in barca e una passeggiata tra le rocce. Un’isola-montagna immersa nel blu profondo del Mediterraneo.
Come in un collage pop di Robert Rauschenberg. Francia, Sicilia, viaggi, riserve e zingari. Frans Snyders, Natura morta con pesci: orate, sogliole, triglie, gamberi e gamberoni. Crociferi, Vergine del Soccorso, Filippo V Re di Spagna, Amedeo di Savoia e gli inglesi. Confusi? Leggete l’intervista a Liborio del Ristorante del Golfo di Castellammare del Golfo e capirete. Quando la cucina siciliana mette in difficoltà la nouvelle cuisine!
Nel blog di Flavio Leone dedicato a Castelvetrano, tra post di politica e di cronaca emergono le “biografie” dove vengono presentati i “personaggi” castelvetranesi che si sono distinti nella loro professione o nell’arte. L’autore come luogo da non perdere segnala Marinella di Selinunte, con i suoi magici tramonti tra le rovine dell’antica Selinunte di indescrivibile bellezza.
E’ una città, quella percepita dal Sindaco, che sta cercando, testardamente, di risollevarsi dallo stato di abbandono in cui è stata lasciata per decenni. Un cantiere aperto dove si sta ricostruendo un tessuto sociale, imprenditoriale ed infrastrutturale idoneo. Una comunità ansiosa di sfatare un luogo comune, e cioè che Trapani è una città apatica, in cui ci si piange addosso e non si fa nulla.