San Vito al Tagliamento è il comune principale sul corso d’acqua più grande del Friuli-Venezia Giulia. Un tempo sede del Patriarcato di Aquileia, città adottiva del grande pittore Pomponio Amalteo e residenza della nobile famiglia Altan. Oggi è un centro in rinascita, dopo il crollo demografico degli ultimi anni. Le amministrazioni stanno donando nuova linfa al paese, ristrutturando i palazzi più belli. E non si può non menzionare il Santuario di Madonna di Rosa, appena fuori dal centro: un luogo sacro, eretto dopo un’apparizione, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.
Cultura del lavoro e spirito imprenditoriale permeano da sempre la gente di Pordenone. Un’anima laboriosa alla quale si va sempre sovrapponendo un forte dinamismo culturale dal respiro internazionale. Ciò accade da nove anni, da quando alla cabina di regia è salito il Sindaco Sergio Bolzonello. Al suo successore lascerà una comunità più compatta, votata alle infinite possibilità del futuro e mai dimentica di chi vive nel bisogno e nell’emarginazione.
Tra Sesto al Reghena (Friuli Venezia Giulia) e Portogruaro (Veneto), alla stessa distanza, fa capolino Cordovado, un piccolo paese con meno di tremila anime. La sua forza è il Palio dei Rioni, o Rievocazione Storica: un evento che ogni settembre, dal 1986, ripropone il Medioevo nel paese. Ma non è tutto qui: Cordovado è storia, Cordovado è intrighi tra Chiesa e signori locali, Cordovado era ed è confine. In più, appena fuori dal territorio comunale, si offre nuda la terra, regalando, a seconda delle stagioni, colori e emozioni sempre nuovi e sempre splendidi.
A destra del Tagliamento, ci sono luoghi ricchi di poesia che la poesia stessa ha eternato per sempre nella memoria collettiva. I luoghi sono quelli che ricadono nel Comune di Casarsa della Delizia; la poesia è quella di Pier Paolo Pasolini, le cui spoglie hanno trovato l’eterno riposo. Un bella eredità da gestire, cui rende merito l’attività di promozione culturale della Pro Casarsa, un presidio di storia “patria” e di partecipazione sociale.
Azzano Decimo ha fatto la sua fortuna recentemente, con la Fiera della Musica. Fiera dalla quale, annualmente, passano fior di artisti. Ma nel passato era tanto di più, tanto diversa. Bella e moderna nel suo centro, splendida e antica nei paesini che la circondano e ad appena una manciata di passi da una riserva WWF.
Il clangore delle spade di William Wallace e del suo “popolo di Scozia” che si abbattono sugli scudi dell’esercito inglese di Edoardo I, è lo stesso che Fulvio sentiva, ogni giorno, dalla sua stanza, eco a sua volta della secolare opera dei maestri di Maniago: la città delle coltellerie. Un suono lo accompagna da decenni di attività “chirurgica” con l’obiettivo di far rivivere le armi di storiche battaglie. I risultati di quest’impegno si apprezzano da Cinecittà a Hollywood. Per questo, chi porta una spada marcata “Del Tin” non passa inosservato.
Era il 9 ottobre 1963 e da quel giorno la storia di Erto e Casso cambiò radicalmente. Una frana terribile spazzò via dalla cartina geografica Erto, Casso e Longarone. Era il celeberrimo “disastro del Vajont”. Successivamente, iniziò una lenta e agonizzante ripresa, ma i segni di quel disastro voluto dall’uomo ci sono ancora tutti. Erto e Casso oggi sono un solo comune, in provincia di Pordenone nel quale sopravvive qualche tradizione che fieramente stenta ad essere abbandonata.
Una storia che comincia nel 1120 e continua ininterrotta ancora oggi, tra rievocazioni storico-medievali e la centenaria tradizione dei mosaici. Da una parte il ritorno al passato attraverso celebrazioni, dall’altra un mix di avanguardia mosaicista e tuffo, ancora una volta, nel passato. Spilimbergo, quindi, è una città troppo legata alle sue origini per disfarsene ma, fidatevi, è meglio così.
“Cieli in festa”, con poltrone galleggianti da cui ammirare splendidi ambienti naturali. Un turismo che, in primavera, trasforma la natura in un teatro accattivante dove a scrivere il canovaccio per nulla scontato sono gli elementi naturali: gli alberi, il fiume, il tramonto. Un paesaggio da scoprire dall’alto, ma anche pedalando tra sentieri ad hoc che toccano i luoghi più significativi e incantevoli di un piccolo angolo del Friuli-Venezia Giulia.
La classe non è acqua ma… vino, anzi, soprattutto Champagne. Per Marco Carraro, le bollicine sono un vizio di famiglia, che proviene direttamente dal padre Franco. Incontriamo il talentuoso chef de “Il Cecchini” di Pasiano di Pordenone. Dal design, al bistrot, al privè Dom Perignon: la storia di un cocchiere che ha fatto molta strada…
A una manciata di chilometri dal confine con il Veneto, nella provincia di Pordenone, si trova Sesto al Reghena, poco più di 6000 abitanti, poco più grande di una frazione. Ma si sa, nella botte piccola c’è il vino buono. E in paesaggi da lasciare a bocca aperta trovano spazio piccole gemme come l’Abbazia “Santa Maria in Sylvis”, i “Prati Burovich” e la famosa fontana di Venchieredo, diventata celebre grazie allo scrittore Ippolito Nievo.
Casarsa oggi è un comune come tanti altri, ma che fa del vino il suo vanto. Un terreno particolarmente fertile per i vigneti ha fatto la fortuna di tanti viticoltori della zona. In passato, invece, è stata baluardo anticomunista nella guerra fredda ma, soprattutto, ha visto crescere - fisicamente e non - il giovane poeta italiano Pier Paolo Pasolini. Una storia appassionante, la sua, tra guerra e lotta per non perdere la tradizione linguistica locale.
Cordenons è uno dei principali comuni della provincia di Pordenone e, con circa ventimila abitanti, è anche uno dei più popolosi. La sua storia nasce in epoca romana, quando il paese era un paradiso per i nobili e i ricchi affaristi del Porto sul Noncello. Con il passare del tempo, ha perso questa peculiarità, sviluppandone però molte altre. Tra tante, la salvaguardia della lingua. Poi, il territorio che tra fiumi, canali e torrenti regala uno dei paesaggi più incontaminati dell’intera provincia.
Riscopriamo la tradizione di Fiume Veneto, la sua cultura mista e la sua cucina. Tra le sue bellezze naturali, il fiume Fiume, e tra quelle architettoniche, la chiesetta del 1400. Un paese ricco di suggestione in cui l’acqua e il percorso fluviale ne rappresentano la vita pulsante e da sempre ne ha condizionato i ritmi cittadini.
Tra i comuni di Pordenone e Udine, sulla riva destra del fiume Tagliamento, sorge Valvasone. Un paese che conta poco più di mille anime, ma con una storia da raccontare che non finisce più. Rievocazioni e miracoli, il tutto condito da una cornice squisitamente medioevale. Il tuffo, nella storia si intende, è di quelli profondi: entri e non sai se ne esci più.
Scopriamo le immense bellezze della sorgente del Gorgazzo, un fiumiciattolo a nord di Pordenone in grado di regalare, agli occhi dei turisti, perle di rarissima bellezza: i colori delle sue acque, i misteri della grotta, le cascatelle del breve fiume.
Non siamo nella Terra di mezzo partorita dal genio inventivo di Tolkien. Nella fiabesca Frisanco raccontata dal Sindaco tutto è reale e l’amicizia tra la sua gente ha la dura consistenza dei sassi e del legno delle case. Tra ballatoi e viuzze lastricate come più di due secoli fa si fa strada il ricordo di piccoli grandi uomini che hanno lottato per la libertà. Un copione già scritto insomma, il set è bell’e fatto manca soltanto il regista… pardon c’è anche quello.
L’umanità ha più da guadagnare dalla scoperta di un nuovo manicaretto che di una nuova stella, chiosava il re degli chef Escoffier. Ricerca ed innovazione. Renè del ristorante ai Mulinars di Clauzetto è sicuramente d’accordo. Con lui parliamo di grandi vini da meditazione friulani e della grande passione gastronomica del patròn. Alla scoperta di una stella della gastronomia.