Il toponimo deriva dal nome di Slaranusa (”al fiume dei salici”), con riferimento al Rio Silandro, che qui esce dalla Val Silandro. Posto in alta Val Venosta ha intensificato la frutticoltura e tutta la superficie coltivabile è occupata da meleti. La prima domenica di quaresima di sera vengono incendiati dei dischi di betulla e fatti rotolare a valle verso il paese per scacciare il demonio.
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