11 Febbraio 2009 alle 09:55

Rodi Garganico descritta da Fidelius

Mappa Rodi Garganico
Archiviata

L’origine di Rodi Garganico va collegata al movimento espansionistico dei Rodii argivi che, attratti dal clima e dalle immense pinete, nell’VIII secolo a.C. ne colonizzarono le coste. Secondo Cellarius e Mommsen, invece, Rodi Garganico potrebbe essere stata riedificata sulle rovine della mitica Uria distrutta dopo le guerre puniche. Plinio, infine, fa menzione di un portus Garnae che gli storici identificano con il porto di Rodi Garganico, i cui ruderi erano visibili fino agli inizi del Secolo. Nella località sotto il castello si notano ancor’oggi le mura difensive del porto di Rodi Garganico e, interrata nella rupe, una botola tramite la quale si accedeva ad un locale sul cui architrave si leggeva la scritta Tabularium.

Il tabulario, presso i Romani, era la persona addetta alla vigilanza dei misuratori di cereali e frumento per impedire frodi che spesso si commettevano. Quindi quella stanzetta doveva essere il luogo dove il tabularius registrava, portava la contabilità e teneva conservati i pesi e le misure. Certamente, essendo l’attività marinara di Rodi Garganico l’unica via di comunicazione del Gargano, quella botola doveva servire ad imbarcare sui bastimenti i prodotti agricoli di tutta la Capitanata. Un’epigrafe, un tempo murata all’esterno del Santuario dedicato alla Madonna della Libera, fa supporre che Rodi Garganico in epoca romana fosse un municipio amministrato dal Comite Gneo Suilio Mascillioni, magistrato ed esattore di tributi. Caduta Roma si susseguirono tempi difficili: Rodi Garganico fu distrutta dai Goti nel 485 d.C., ricostruita nel 553 dopo la guerra greco-gotica e attaccata dai Saraceni nel 950. Nel 1240, alleata di Federico II, fu saccheggiata dai Veneziani e nel 1446 fu feudo di Alfonso d’Aragona e tale rimase fino al XIX secolo. Nel XVIII secolo ospitò [Gioacchino Murat], che cercava di tornare a Napoli nel proprio castello rischiando di essere assediata dall’intero esercito francese. Oggi è protagonista del turismo italiano emergente. Già meta balneare di lusso nella metà del 900, Rodi, attraverso importanti processi di riqualificazone sta rivalutando la propria immensa storia e sta riscoprendo l’originalità dei profumi e dei frutti che a sua terra offre. Pochi sanno, infatti che Rodi, all’inizio del secolo era la prima città per import ed export di agrumi. L’attuale costruzione di un [porto turistico] l’ha posta come centro di spicco nel commercio turistico mediterraneo.

…Si dice che sia tanto soave l’odor degli aranceti sul lido di Rodi Garganico, da far venirle lacrime agli occhi quando è il tempo della fioritura…

Il centro abitato è abbarbicato su un promontorio roccioso nel versante nord del Gargano tra due lunghi arenili e si trova a pochi chilometri ad est del Lago di Varano ed è circondato da una lussureggiante vegetazione, composta soprattutto da agrumeti, ulivi, pini, carrubi e alberi di fichi.

Il centro storico dell’abitato, d’origine medievale, è caratterizzato da viuzze strette e in buona parte ripide, con tracciati intricati e complessi, affiancate da bianche case. Grazie alla rivalutazione messa in atto dalla recente amministrazione sono riemersi veri e propri gioielli architettonici di epoca pre-medievale La recente costruzione di un ampio porto, le permette una migliore conservazione della fauna, in quanto, al contrario di quanto si possa pensare, quest’infrastruttura crea una vera e propria oasi senza nè correnti nè inquinamento dove la fauna marina si sta ricreando. Da molto tempo scomparsi nella zona, ad esempio, sono ricomparsi cavallucci marini e stelle marine. Oggi è diventata una località balneare davvero esclusiva: non di rado vanta la presenza di noti personaggi del mondo dello spettacolo

Dista dal capoluogo circa 99 km. Fa parte del Parco Nazionale del Gargano.


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