Posto a 500 metri su un antico insediamento rupestre, tra campi coltivati, vigne, uliveti e frutteti alternati a zone boschive, deve il nome ad una pianta il “verzino” usata per tingere i tessuti. Vi erano delle miniere d’argento, gesso e alabastro. L’economia agricola e di allevamento è affiancata dal terziario potrebbe trarre vantaggio dalle numerose grotte presenti per turismo speleologico.
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