Alla scoperta di una terra sconosciuta al turismo, ricca di tesori naturali e testimonianze storiche importanti. Una natura intatta e benevola, un piccolo borgo caratteristico, una cucina genuina e ricca di intensi sapori. Picerno, con il piccolo Corso Vittorio Emanuele e le diverse Chiese che custodiscono tesori sconosciuti, stradine, vicoli, antichi portali testimoni di un intenso passato.
Immerso nel Parco Nazionale del Pollino, il piccolo paese di Terranova di Pollino conquista per il suo fascino d’altri tempi e l’aria antica che vi si respira. Qui, chi lo visita, trova un caloroso affetto e una gentilezza insolita propria di questa gente. D’inverno, un manto bianco che copre tutt’intorno. D’estate, salite e scalinate che lasciano scoprire ogni angolo cittadino.
Una passeggiata solitaria a Potenza, una cittadina dal fascino riservato, alla scoperta o riscoperta di angoli magici e solenni. Un’immersione nella natura del Parco di Montereale e pazienza se non si riesce a vedere il Museo Archeologico… una scusa per tornare!
Un piccolo paese abbarbicato alla roccia nuda delle nobili Dolomiti Lucane. Un tuffo nel passato, in una realtà che riesce a fondere, in modo quasi perfetto, uomo e natura… Scopriamo Pietrapertosa con la sua fortezza Saracena, le sue prelibatezze locali e emozionanti voli d’angelo.
Immersa nel Parco Nazionale lucano, Chiaromonte offre al visitatore non solo testimonianze del passato da vedere e scoprire, ma anche innumerevoli tradizioni da promuovere e salvaguardare che spaziano da quelle culturali a quelle folkloristiche, da quelle enogastronomiche a quelle artigiane. Usi e costumi tutti da vivere attraverso itinerari creati ad hoc dall’associazione Pro Loco “Le Torri” che toccano le cantine del paese, pronte ad accogliere i visitatori con squisite pietanze della tradizione delle “brigantesse”.
Lagonegro è uno di quei piccoli paesi di provincia, una sorta di memoria visiva, dove ti sembra ancora di notare il ciclo vitale di qualche decennio or sono, fatto di fatica, sudore e stenti quotidiani. L’immagine più bella è quella della stazione ferroviaria, teatro di scene di addii struggenti nella speranza di un futuro migliore.
Alla ricerca del Sacro Graal, in scia con i templari, o della cicogna nera? A sfrecciare nel vuoto con “il volo dell’angelo” o a cercare una mitica specie di ortensie, creduta estintasi nel Quattrocento?!
A Castelmezzano potrete fare un po’ di tutto questo, sulle orme - forse! - addirittura di Leonardo, in contatto con i templari lucani per scoprire i segreti della geometria aurea. Ce ne parla Antonietta Santoro, del “Al Becco della Civetta”.
In compagnia di mia madre ritorno in Lucania ospite degli zii. Stavolta mi immergo completamente nell’atmosfera rustica di Satriano di Lucania, accompagnati tra stradine ciottolate e scorci dalla vigile contadina satrianese, scopriamo murales, musei, chiese e palazzi.
Nomina sunt omina… a Barile c’è una Botte piena di vino, riposta in una cantina scavata nella roccia tufacea del grande vulcano del Vulture, secondo cultura arbesh. Rino Botte, della Locanda del Palazzo di Barile, ci spiega la differenza fra uno squarcio nella tela e Lucio Fontana. E non provate a nascondergli i capelli d’angelo…
L’orgoglio della propria indipendenza dai “grandi” brucia per Nemoli e il suo Sindaco, più alto del falò che sfavilla maestoso nel cuore della Valle del Noce. Il suono di una zampogna può ricordare una vita che non c’è più, quello delle voci di cinquanta e più bambini che domani ci sarà una vita da ricordare. All’ombra della grande montagna si è piccoli per le grandi cose ma grandissimi per le piccole cose di tutti i giorni.
Interviste Artigiani
Le surduline del Pollino e il patrimonio immateriale da salvaguardare
di Paola Perna
Surduline, zampogne e totarelle: sono questi gli antichi e preziosi strumenti lavorati al tornio e decorati a punta di coltello dell’affascinante tradizione musicale del Parco del Pollino. Peculiarità artistiche da recuperare e rivisitare per non cancellare la storia centenaria e la cultura contadina del popolo lucano.
Il Micromondo, fantastico parco tematico sulla geologia di Nemoli, vi aspetta per assaporare insieme il connubio esistente tra scienza ed uomo! Tra modelli tridimensionali, affiancati da effetti speciali, si rivivono processi geologici, come la genesi o l’evoluzione del pianeta Terra, ed eventi naturali, come il fenomeno carsico, riprodotto con una tecnica particolarmente accattivante.
Maratea, con le sue lunghe coste e la sua storia, resta un posto affascinante, dove natura e architettura si sposano senza mai infastidirsi. Questo piccolo angolo di paradiso merita di essere preso in considerazione per le vacanze, anche solo per un breve week-end.
Voglia di conoscere e utilizzo delle parole per raccontare la realtà è il connubio perfetto che San Chirico Raparo ha offerto a Francesca, proiettandola nel mondo della carta stampata. Non manca ai suoi concittadini la fiducia di sottrarsi all’incudine dello spopolamento e al martello della miopia politica. L’oro nero del giornalismo sgorga impetuoso dalle parole che danno voce a delle bambine scopertesi troppo in fretta adulte.
Difeso da tre colli un immenso bosco con immaginifici antri, traspiranti mosto selvatico: è Pietragalla. Quella che il Sindaco si “onora” di amministrare è una comunità trasparente e adamantina, come il vetro appunto, nelle sue manifestazioni di cortesia e ospitalità verso i visitatori. Nobile retaggio di quel manipolo di irriducibili che scrisse una pagina significativa della resistenza antiborbonica. Le cose iniziano a cambiare procedendo di vicolo in vicolo.
Dire la verità, tutta la verità. Non ha peli sulla lingua il Sindaco di Lavello nell’affrontare pregi e difetti della sua città e in particolare dei suoi concittadini. Un’identità labile condanna questa terra, un tempo luogo di passaggio per mercanti e contadini, oggi disconosciuta dai propri figli verso cui è sempre stata generosa. L’eccellenza di domani è la calamita per riportare nel nido le giovani generazioni, senza gettare nell’oblio quelli che hanno deciso di restare.
C’è un che di umano e sovrumano nell’identità passata e presente di Campomaggiore ricostruita dal Sindaco. Il crogiuolo di dialetti e culture, merito di avi illuminati, era umano quanto il clima d’amicizia che si respira nell’attuale scacchiere urbano. Oltre le umane forze c’è un “big bang” fisico e spirituale che seppellisce le forme armoniche della “città ideale” sotto l’anonimo disegno di un paese che non c’è. L’antico sogno di autodeterminazione può rinverdire grazie alle giovani intelligenze che restano.
Imperativo per il Sindaco credere che per Castelsaraceno ci sarà un domani da vivere. Anche se, tra penuria di risorse e bassa natalità, il cahier de doleances che senza soluzione di continuità consegna la quotidianità, spingerebbe a mollare tutto e andare via. Niente solisti nella sua storia, ma gente comune che rimane abbarbicata alla sua Murgia, rinnovando nei secoli la sua fede nella speranza con il rito della Ndenna.
Con Michele parliamo di Epicuro, della filosofia greca e del banchetto conviviale dei Greci. Scopriremo come le cose più belle nascano per caso e qual è il segreto della vacca podolica. Capiremo perché ai cittadini piaccia la campagna ma non sono pronti a pagarne il prezzo.
Con Maria della Fontana del Tasso parliamo di Antonio Franco e delle merende dei briganti, di un famoso lattedotto d’alta quota, della certosa di San Nicola, del Regno di Napoli, di Federico II e della regina Giovanna; scopriremo quale debito aveva la Storia con la Lucania. Un debito, alla fine, rimesso.