I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Il paese conserva il nome del bosco di Tyrella dove il conte d’Aquino vi costruì il castello all’inizio del 1100. Il piccolo borgo subì seri danni durante i bombardamenti dell’ultima guerra. Oggi poco più di 400 abitanti mantengono vivo il borgo intorno alla antica torre testimone del passato. I boschi secolari che lo circondano vantano castagni di 8 secoli che ancora danno frutti per la sagra.
A oltre 800 mt di altezza, il piccolo borgo medievale continua la sua storia intorno alla chiesa del patrono S.Biagio, tra il verde dei boschi, i laghetti, le sorgenti d’acqua, tra le mura sannitiche di cui resta anche la necropoli ricca di reperti. Proprio i Sanniti Caraceni qui insediati diedero il nome Caracenisco poi trasformato nel nome odierno che non ha nulla a che fare con i saraceni.
Nel I sec. a.C. il romano Tito Pomponio Attico divenne il tenutario di questo territorio, da qui il Monte Attico e il Casale prendono il suo nome dando origine a Casalattico e alla sua frazione Montattico. Purtroppo le invasioni barbariche costrinsero all’abbandono dei siti, poi con l’arrivo dei principi e infine dei benedettini la ricostruzione. Interessante l’itinerario turistico da seguire.
Piccolo gioiello incastonato sui fianchi del Monte Asprano, cinto da mura importanti e torri di avvistamento, chiude al suo interno, poggiate le une alle altre, le abitazioni in pietra viva tra archi del 1300; al centro si erge maestosa la parrocchiale Vanvitelliana del patrono San Magno Vescovo e Martire, l’uomo buono ed eremita i cui resti qui riposano all’ombra dell’ antica torre del 1200.
Prende il nome dalla chiesa dedicata a S.Ambrogio sulle verdi colline attorno alla piana del Garigliano dove si sviluppò il borgo. Trovandosi nella Valle dei Santi l’origine è dovuta all’insediamento dei benedettini. La principale festa è quella del 3 febbraio dedicata al patrono S.Biagio, il 1° sabato di luglio la “Sagra del Vino bianco ambrosiano” e a fine agosto la Sagra delle Laina e fasuri.
Anticamente si chiamava Vallefredda poi il nome fù mutato nell’attuale indicando la valle ai piedi del Monte Maio. Poggiato a 300 mt sulla cima di un dosso conserva la struttura medievale con resti di mura e torri, in cima al borgo i resti dell’antica Chiesa di San Tommaso, dove c’era il Castello, che fù danneggiata durante la guerra. Patrono San Tommaso Apostolo festeggiato il 7 luglio .
Toponimo che va dai gatti selvatici al colle giardino, sta difatti che a circa 600 metri sui monti Ernici il paese è inserito tra profonde gole del Fiume e grotte carsiche. Il borgo chiuso da mura e torri anche se rimaneggiate sono tuttora presenti.Vasto l’itinerario turistico da fare: dalle Grotte di Collepardo al Pozzo d’Antullo, dalla Certosa di Trisulti al Santuario della Madonna delle Cese.
Il nome richiama il Bellus Mons romano con l’aggiunta nel 1862 di Castello per differenziare omonimie. Castello appartenuto a varie famiglie feudali durante il corso dei secoli, distrutto purtroppo nell’ultima guerra, restano però una torre, la cinta muraria e tre porte d’ingresso al borgo. Il patrono è S.Nicola di Bari a cui è dedicata la più antica chiesa del paese risalente all’anno mille.
Particolare il nome del paese che deriva dai Santi Sette Fratelli figli di Santa Felicita che furono martirizzati con la madre a seguito delle persecuzioni romane. Della chiesa antica dedicata ai martiri resta solo il portale inglobato nella sede comunale. Nella parte più alta del paese vi è parte della torre del castello scomparso e la chiesa di Santo Stefano Protomartire patrono.
E’ situato su un colle della Valle di Comino a 600 metri, sulla sommità vi è il famoso castello circondato più in basso dalle mura ciclopiche, di probabile origine sannitica, e più in basso dal borgo medievale fatto di case in pietra molte ancora diroccate e in fase di recupero. E’ stupendo nella sua conformazione conservata nei secoli ed è un patrimonio che andrebbe restaurato e preservato.
