I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Il nome non fa riferimento alla pianta ma al “pesclum” cioè roccia e “solidum” cioè solida, trovandosi a 650 mt su uno sperone roccioso, purtroppo il terremoto del 1915 lo distrusse e quasi tutto il paese è di recente costruzione, restano testimonianze antiche nelle chiese di S.Giovanni Battista patrono, di S.Rocco con la facciata in pietra grezza e nei ruderi della Madonna del Vallone.
Il toponimo nasce dall’insediamento di una chiesa benedettina intitolata al santo Andrea che venne distrutta dai saraceni e poi ricostruita i cui resti sono riconoscibili vicino a quelli del castello. Situato tra il fiume Garigliano e i monti Aurunci sul dorso di una collina conserva parte delle fortificazioni medievali come mura e torri circolari oggi inglobate tra le case. Da visitare.
Importante centro posto tra le valli dell’Aniene e Sacco, luogo ricco di acque sorgive minerali, fu prima degli Ernici e poi romano col nome di Varcenum e venne fortificato per la difesa dai saraceni. Luogo conteso fu anche prescelto da santi come Sant’Agnello che oggi è il patrono, il suo eremo in una grotta è visitabile, il borgo ricco di patrimonio storico religioso e culturale è meta turistica
Ritrovamenti di tombe romane fanno risalire a tale periodo le testimonianze di primi insediamenti, le incursione saracene fecero fortificare questo luogo il cui nome compare sulla porta bronzea di Montecassino da cui dipendeva. Il toponimo richiama l’aspetto della valle ai piedi del Monte Castello e la catena delle Mainarde, monti dove le miniere di ferro erano contese tra romani e sanniti.
Comune montano disperso tra il verde dei boschi sui monti Ernici, abitato dall’antichità prende il nome dalle tre torri della fortificazione di un vico romano, delle torri oggi ne resta solo una cilindrica. Attrattive sono il recente lago Canterno che si è formato a seguito dell’occlusione di alcuni inghiottitoi di acqua piovana, la grotta di Corniano e la chiesa di Sant’Oliva di Anagni patrona.
L’originario Santo Stefano venne differenziato con l’aggiunta di Villa nel 1872. Reperti neolitici danno presenza di frequentazioni poi sviluppate con i romani di cui resti rustici e ville sono diffusi. Fortificato nel medioevo come Castrum S. Stephani de Valle dopo numerose distruzioni ad opera di invasori. Patrono santo Stefano Protomartire e san Rocco. Escursioni, visite e tante cose da vedere.
Subito dopo Sora vi è Campoli, borgo medievale adagiato su uno sperone collinare, tra boschi e verdi campi, con sentieri che portano al rifugio di capo d’Acqua, alle miniere di bauxite, alla cascata del vallone Lacerno, alle doline, al torrente Carpello, ai mulini ad acqua, alla villa romana. Un mondo fuori dal mondo profumato di tartufo bianco e nero e gustando una fetta di marzolina di capra.
Il comune nasce dall’unione di due frazioni Coldragone e Villafelice, rispecchia anche l’aspetto territoriale e climatico trovandosi nei monti Aurunci chiuso in una vallata della media valle del Liri. La storia del borgo parla di un abbandono del sito nel 1654 dopo un distruttivo terremoto, ma nel 1746 venne ricostruito per volere del duca Gaetano che volle anche una chiesa a S.Gaetano patrono.
Il territorio si trova nel circondario dei comuni gravitanti intorno Cassino e la terra di San Benedetto. Le origini si devono all’abate di Montecassino che nel IX secolo vi realizzò una cappella dedicata al vescovo e martire Apollinare su un sito già frequentato nell’antichità come alcuni reperti e tombe testimoniano.Tante le attrattive da visitare dalla Torre del castello a S.Maria degli Angeli.
Occupa il vertice di un colle a cono a quasi 800 mt in posizione panoramica e predominante e visibile fino a Roma. Questa sua prerogativa gli ha attribuito il toponimo derivante dai segnali di fumo che venivano innalzati per segnalare le incursioni saracene e normanne. Da visitare il castello di Fumone, prigione di papa Celestino V, con il Museo di reperti archeologici e un giardino pensile.