I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Toponimo attribuibile al nome romano Furinius o al Forum Iani (Giano) da un tempietto ritrovato e a lui dedicato. Nel medioevo divenne Ferrayanu e Forignani maioris. I santi patroni di Frignano sono i santi Nazario e Celso, cui è dedicata la chiesa centrale del paese e si festeggiano il 28 luglio. Da visitare anche la chiesa di Maria SS. dell’Arco dove è stato ritrovato il tempietto Iani.
Toponimo derivante probabilmente dal nome “Gaecinius” dalla centurazione romana come alcuni ritrovamenti fanno intendere. Da Casale a feudo ha vissuto tutte le vicende medievali fino alla nascita dei comuni, definendo il toponimo nel 1871. L’economia non è mai stata tale da consentire un adeguato sviluppo del paese. Patrono di Gricignano è S. Andrea Apostolo e si festeggia il 30 novembre.
Antico villaggio amministrato da Atella, dopo le note vicende romane e medievali, il borgo si fortificò con un castello dando il toponimo “castello del bosco”. Il castello fu il primo costruito dai normanni in Italia e nel mediterraneo, divenuto monastero fu poi trasformato in santuario dedicato a Santa Maria di Casaluce, tutt’ora versa in stato di abbandono e di degrado, bisognerebbe recuperarlo.
Teverola potrebbe derivare da “Tabernola” trovandosi sulla via consolare Capua-Pozzuoli come stazione di sosta, una taverna. Col tempo l’agglomerato crebbe intorno a questo nucleo con carattere rurale e contadino diventando casale e villaggio, unendosi con quelli vicini dette origine a Tevernola. Patrono San Giovanni evangelista si festeggia il 27 dicembre.
Il territorio comunale era parte di quello di Capua. Il patrono è San Prisco la cui festa è il 1° settembre e il toponimo deriva dal nome del primo vescovo di Capua il cui corpo fu ritrovato per ispirazione divina da”Matrona” figlia del re del Portogallo che promosse poi la costruzione della chiesa paleocristiana, attorno alla quale nacque il villaggio di San Prisco.
E’ parte meridionale del comune di Caserta, deve il nome al santo e alla via Appia, detta “strada”, che attraversa il paese. Lasciata l’economia agricola il territorio fù interessato, presenti numerose cave, dall’estrazione di tufo utilizzato per la realizzazione della Reggia borbonica di Caserta. Oggi a seguito dell’espansione del capoluogo, ha assunto una connotazione commerciale-residenziale.
Toponimo riconducibile al dio Marte o al nome Marzani. Nel mese di giugno c’è la festa ‘o Castell’e Luriano è una manifestazione di canti e balli popolari; a settembre la sagra d’a ranogna (Sagra della rana), una manifestazione nella quale si degustano pietanze a base di rane; 9-11 novembre si festeggia l’estate di San Martino nel centro storico. E’ un fiorente centro artigianale e commerciale.
Essendo stato casale di Santa Maria Capua Vetere non si hanno precise origini, nei secoli a seguire prese il nome di Macerata di Marcianise e solo nel 1946 assumerà il toponimo odierno. La festa più importante il 17 gennaio Sant’Antonio Abate patrono con la sfilata delle “pattuglie di pastellesse” carri addobbati dove uomini suonano a percussione strumenti agricoli, botti e falci con ritmo.
Come tutte le comunità della zona anche questa nasce come rurale, poi i romani, i casali e i feudi appartenute ai Caracciolo. Oggi Parete è ormai limitrofa a Napoli e ne è diventata sfogo abitativo che ha snaturato la fisionomia di borgo medievale. Il santo patrono è San Pietro a cui è intitolata anche la vecchia chiesa parrocchiale, sembra che S.Pietro qui abbia soggiornato in viaggio verso Roma.
Da rurale sito Osco divenne sotto i romani Liternum e vi visse P.C.Scipione, divenne Vico Feniculenze per via del fieno che abbondava, e poi Vico di Pantano per le paludi sopraggiunte. Con la bonifica dal 1927 definitivamente divenne Villa Literno. E’ una zona molto sviluppata grazie alle ferrovie che qui hanno notevoli impianti.
