I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Fondata a tempo dei Normanni e posizionata sul costone di fronte a Mileto, deve il toponimo all’insediamento dei Galli o Franchi. Posto sicuro da attacchi e incursioni, passò ai Sanseverino e successivamente a Don Diego Hurtado dei Mendoza, subì numerosi terremoti devastanti e ancora oggi si vedono le tracce di tanto furore sui monumenti. E’ rinomata come “il paese dell’olio” per la sua tipicità.
Il paese venne insediato nella posizione attuale attorno al 1300 a seguito delle continue incursioni dei pirati saraceni sulle colline in posizione panoramica sul Golfo di S.Eufemia. Economia da turismo essendo meta ambita da turisti e visitatori che raggiungono il suo bel litorale e da agricoltura coltivazione delle cipolle, le famose di Tropea, floricoltura, cereali, ortaggi, olive e frutta.
Sorge su un dosso lungo la riva del torrente Petriano. Fu un feudo molto esteso chiamato Stato di Arena, sotto Matteo d’Arena dei Conclubet passò ai Caracciolo. Ha subìto gravi danni nei terremoti calabresi. Tra i monumenti di rilievo il castello normanno di Arena dell’XI sec. dei Conclubet e dei duchi Acquaviva restano parte delle torri e delle mura nonchè l’acquedotto. Patrono san Nicola .
Piccolo centro deriva il toponimo dal nomignolo col quale si indicava il vecchio filatore di fibre vegetali e di tesa attività principale del paese. Come casale passò sotto i normanni e come feudo tra varie famiglie nobili fino ai Pignatelli alla fine della feudalità. Il terremoto del 5 febbraio 1783 che sconvolse la Calabria lo distrusse quasi interamente, Patrono santa Marina Vergine 17 luglio.
Il borgo antico del paese si estende su una collina, la zona residenziale e moderna ai piedi del monte. Nel centro storico vi sono vari palazzi degni di interesse dotati di splendidi portali in pietra, di stemmi nobiliari e decorazioni come i palazzi Aceti, Basile e Massara. Visitare il Museo della civiltà contadina e artigiana della Calabria e la chiesa parrocchiale del 1600.
Il toponimo Zungri è di origine greca e deriva da “roccia” “tufi” “dirupi” che ben si ricollega all’aspetto del territorio con dirupi e grotte scavate nella roccia usate come abitazioni. Si dice infatti che Zungri si sia formato tra il XII e il XIV sec. dalla trasformazione dell’antico Insediamento Rupestre degli Sbariati che ha ben 100 case-grotta. Da visitare assolutamente per l’unicità del sito
Deve il nome alla vicina città di Tropea storpiato col tempo in Drapea e oggi in Drapia, facendo parte della romana Masseria Tropeana. Sviluppatesi nel periodo bizantino si passò ai normanni col cambio della gestione di tipo feudale e del rito latino. Seguì dominazione sveva, angioina e aragonese. L’unità d’Italia portò il brigantaggio e il paese si spopolò in massa. Oggi vive di turismo estivo.
I nome deriva dal santo ed è dovuto alla presenza dei monaci basiliani qui giunti come si può vedere dalle grotte che costituivano le loro abitazioni. Il paese passò dalle dominazioni Sveve, Angioine e Aragonesi. Il periodo nero dei soprusi dei baroni e signorotti fu interrotto dal re di Napoli con l’aiuto degli Albanesi. L’isediamento della cultura albanese è testimoniata da tradizioni arberesh.
Deve il nome al generale bizantino “Niceforo Foca il vecchio” prima come Rocca Niceforo e poi come Rocca Angitola. Il nome “Francavilla” da “paese franco” cioè libero da dazi e gabelle medievali con i normanni. Divenne feudo dei Sangiorgio (1270) e poi dei Sanseverino (1309). Il terremoto del 1783 distrusse completamente il paese. Patrono san Foca festeggiato il 5 marzo.
Nato su insediamenti di età Neolitica, fu casale della Contea d’Armena, appartenne ai Caracciolo.
Nella valle chiamata anche “La Valle dei Mulini” scorre il fiume Mesima, vi si possono ammirare i resti dei mulini ad acqua per la tradizionale lavorazione del grano. Importante è la “Sagra del Pane” che si svolge intorno al 20 agosto. Nel centro storico si può ammirare la bella piazza principale.
