I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Situato nella regione della Marmilla ha una economia agricolo-pastorale oggi incrementata anche dall’artigianato e dal turismo per la presenza di reperti dell’età nuragica, con nuraghi e necropoli. Toponimo particolare derivante da Gonos (popolo, gente) e Tamarix (italiano Tamarice) quindi Gonus de Tramatzu ovvero paese situato tra le tamerice. Da visitare la chiesa di San Michele Arcangelo.
E’ in provincia di Oristano nella regione storica del Barigadu sulla sponda sinistra della valle del Tirso, sorto sui resti del Forum Traiani di cui conserva il complesso termale romano risalente al I secolo d.C. molto conosciuto e assolutamente da visitare con una grande piscina di acque calde, acque che hanno consentito la costruzione di un moderno stabilimento e di una struttura ricettiva.
Di origine medievali nel territorio del Campidano Maggiore, trae parte del nome dalla lunga storia di appartenenza al majore, giudice incaricato della gestione territoriale. Più volte decimato dalla peste, è stato sempre un paese dedito alla viticoltura della vernaccia, pagando duramente quando la fillossera distrusse le coltivazioni. Nel mese di marzo si tiene una importante fiera del carciofo.
Situato nella piana del Campidano di Oristano distante 15 km, ai piedi del Monti Ferru di origine vulcanica. Lo attraversa il fiume Cispiri frequentato da aironi cinerini, dalle sponde si ricavavano delle robuste canne utilizzate per l’artigianato delle ceste, un ponte romano testimonia l’antico insediamento come anche i resti di sette nuraghe e varie domus de janas.Economia agricolo-pastorale.
Anche il paese di Zeddiani è un sito frequentato dalla preistoria come testimoniano i resti presenti e i due nuraghe di Coau e di Urigu. Qui si svolgeva il culto a Giano, il paese si sviluppò prima come villa nell’epoca romana, da “celle” (magazzini del grano) nacque il nome di Celleyani poi divenuto Zeddiani in lingua sarda. Da visitare l’antica chiesetta dedicata a Sant’Antonio da Padova.
Si trova nella regione del pianeggiante Campidano di Oristano e il toponimo deriva dal greco-bizantino zoros “forte” e feos “pianta palustre”. Importanti nuraghe testimoniano la presenza preistorica in loco. Tra febbraio e marzo si svolge la “sagra degli agrumi” e dei prodotti tipici olio, salumi, formaggi, tappeti, cestini sardi e vini di qualità come la vernaccia. Patrono san Domino 6 agosto.
Piccolo comune della regione storica del Barigadu, su un altopiano a 400 mt ricco di sorgenti e attraversato dal Rio Siddo. Anticamente chiamato Norgillo o Norghiddo, abitato già nel prenuragico come testimoniano le varie domus de janas e i nuraghi presenti nel territorio. Da visitare la chiesa di Santa Maria ora detta Mercede con tracce dei templari del 1100, patroni santi Giulitta e Quirico.
Comune dell’antica regione della Marmilla tra verdeggianti colline attraversate dal Rio Mannu immissario del lago artificiale di Mogoro. Patrona Madonna delle Grazie e la festa più importante è quella che si celebra in suo onore detta Sa Gloriosa, i festeggiamenti vanno dal 29 giugno
fino al 3 luglio; a novembre si svolge la Sagra del Melograno in occasione della festa di San Leonardo.
Si trova in provincia di Oristano in Sardegna, nella regione del Campidano di Oristano, cambiando nel 1991 il nome da Ollastra Simaxis all’attuale. Il toponimo deriva da “ollastu” ovvero dalla presenza di numerosi olivi selvatici. Da visitare la Chiesa di San Marco, risalente al 1400 su un’altura fuori dal paese, la chiesa di S.Severa, la chiesa del patrono S. Sebastiano festeggiato il 20 gennaio.
Sito nella regione della Planargia, deriva il toponimo dal fatto che vi erano nel centro storico tre nuraghi di cui due scomparsi e del terzo solo poche tracce, mentre nel territorio si possono visitare i nuraghe Martine, Nani e Tepporo oltre a varie Domus de Janas. Sul mare su un promontorio sorge la torre di Columbargia usata dagli aragonesi per l’avvistamento degli invasori. Patrono S.Giorgio.
