I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Antico paese del nuorese con economia derivante dalla pastorizia e dai derivati caseari. Nel territorio vi si trovano numerose testimonianze prenuragiche da visitare come Domus de janas ‘Brodu’ e ‘Sas Concas’ e nuragiche come il Nuraghe Ola. Da visitare la Chiesa di San Gavino Patrono festeggiato il 25 ottobre e la campestre Madonna della Pace. Festa di Su Palu de sos vichinaos.
Situato nella regione della Marmilla ha una economia agricolo-pastorale oggi incrementata anche dall’artigianato e dal turismo per la presenza di reperti dell’età nuragica, con nuraghi e necropoli. Toponimo particolare derivante da Gonos (popolo, gente) e Tamarix (italiano Tamarice) quindi Gonus de Tramatzu ovvero paese situato tra le tamerice. Da visitare la chiesa di San Michele Arcangelo.
Già anticamente chiamato Siloque, Siloghe, Syloge dal latino che significa buone messi. Il territorio vulcanico è cirdondato da cime come il Monte Santu o il Monte Ruju di forma vulcanica. Da visitare il Santuario Federale Nuragico di Siligo che si trova sul tavolato del monte S. Antonio, il Parco archeologico di Mesumundu con la Chiesa di Nostra Signora di Mesumundu costruita su terme romane.
E’ in provincia di Oristano nella regione storica del Barigadu sulla sponda sinistra della valle del Tirso, sorto sui resti del Forum Traiani di cui conserva il complesso termale romano risalente al I secolo d.C. molto conosciuto e assolutamente da visitare con una grande piscina di acque calde, acque che hanno consentito la costruzione di un moderno stabilimento e di una struttura ricettiva.
Stupendo scenario per questo paese collocato sotto uno sperone roccioso sulla cui sommità svetta il castello, risalente al 1129, costruito ad opera del Giudice di Torres Gonario e dove si possono visitare le mura, una torre e la fossa per l’acqua. Toponimo di chiara origine spagnola di cui porta omonimo nome, un comune con uno splendido panorama sulla vallata del fiume Tirso e antiche foreste.
Nel nord dell’isola nell’Anglona, deriva il toponimo dal latino “alaternus”, un arbusto sempreverde tipico del luogo detto anche Legno Puzzo per l’odore sgradevole nel tagliarlo, era utilizzato per tingere di giallo i tessuti e per ottenere il “verde vescica”. Artigianato della radica sarda con la quale vengono prodotte pipe di grande pregio, Patrono Santa Margherita.
Giorno festivo 20 lugl
Situato nel Goceano a 500 mt, abitato in epoca preistorica di cui restano i nuraghi Luca, Su montrigu de Sa Corona, la necropoli di Molia, il complesso di domus de zanas della cultura di S.Michele del 3000 a.C., il territorio è molto fertile ed è attraversato dal fiume Tirso, vi sono anche acque termali conosciute dai romani. Da visitare il Santuario della Madonna della Neve. Patrono San Gavino.
Anticamente chiamato Toralba, Toralva e Turralba deriva dal latino turris e alba col significato di “torre bianca” forse per il complesso nuragico di Nuraghe Santu Antine, uno dei più grandi in Sardegna avente la torre centrale alta 17 mt, e altri trenta nuraghi e oltre dieci tombe dei giganti disseminati nella valle. Si trova in una zona collinare circondata da vallate con economia agricola.
Situato nel Medio Campidano nella regione della Marmilla, sorge su una collina di 300 mt sotto la quale scorre il Flumini Mannu, deve il nome al fatto di essere una Villa che godeva di franchigia. Da visitare il complesso nuragico di Su Mulinu del 1500 a.C. importante per il ritrovamento di un altare nuragico della prima età del ferro estremamente raro. Patrono San Lorenzo festa 10 agosto.
Situato sotto la catena del Marghine a 400 mt, abitato sin dalla preistoria come testimoniano i nuraghi di Porcarzos, Duos Nuraghes, Toscono, Craba e Oschera, tombe di giganti Imbertighe e di Santy Bainzu, domus de janas, dolmen e menhir. Da visitare il caratteristico borgo antico sviluppato intorno alla parrocchiale della Beata Vergine Assunta con l’altare ligneo barocco del Settecento.
