I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Il nome deriverebbe dalla presenza di numerosi palmeti, anche se l’agricoltura dei carciofi, degli agrumi, dei vitigni è la maggiore attività insieme all’allevamento. La vicinanza alle spiagge favorisce anche un certo turismo residenziale. Nel comune vi è lo stagno di Pauli Majori dove si può ammirare l’airone rosso. Da visitare il borgo in mattoni crudi e la Chiesa dedicata a Sant’Antioco.
Come tutte le zone vulcaniche fertili anche questo comune è stato abitato sin dall’antichità, la presenza di numerosissimi nuraghe realizzati con la pietra lavica ne è testimonianza, presenti le Domus de Janas riutilizzate nel medioevo. Da visitare il santuario di Bonacatu, la chiesa romanica di S.Maria del 1146, le cascate di Sos Molinos. Patrono San Romualdo festeggiato il 7 febbraio.
Sito a quasi 400 mt già il nome indica l’ubicazione sul Montiferru. Ricco di sorgenti tra cui quella di S.Antioco, tra le più rigogliose della regione. Anche se il Patrono è San Pietro apostolo festeggiato il 29 giugno, vi è un antico culto a S.Antioco nella chiesa campestre dovuto al ritrovamento delle reliquie del Santo sull’isola di S.Antioco nel 1615. Da visitare i numerosi nuraghi.
Importante centro nella regione del Campidano di Oristano, il toponimo deriva dal romano milites (soldato), sorto nel XIII sec. ad opera dei frati Camaldolesi, su un territorio fertile già abitato nel prenuragico, che vi impiantarono colture di agrumi favorite da ricche acque sorgive. Reperti numerosi di nuraghi come il Cobulas e il Tronza da visitare. Visitare la Chiesa di S.Sebastiano patrono.
Il toponimo latino deriva da Villa Urbis cioè Villa della città. A 20 km da Oristano ai piedi del Monte Arci, il paese ha importanti testimonianze dell’epoca nuragica e tombe dei giganti. La tradizione è agricolo-pastorale in una zona collinare ricca di vigneti, uliveti e campi di grano da cui si producono ottimi vini, olio e soprattutto pane fatto in casa. Patrona S.Margherita 20 luglio.
Il toponimo deriva dalla malva arborea chiamata in sardo narbonia. Reperti preistorici come tombe dei giganti, domus de janas e numerosi nuraghi nel territorio comunale come il Tradori, lo Zoddias, la “Zufais” Araganzola, il Cresia, il Terra Craccus. E’ stato un avamposto fenicio, terme romane poi trasformate in chiese bizantine. Patrona Santa Reparata la festa in suo onore si svolge l’8 ottobre.
E’ di origine antichissima e si trova nella regione del Campidano di Oristano, tra la penisola del Sinis e lo stagno di Cabras, il territorio ricade nel Parco Naturale del Sinis- Montiferru. La litoranea porta nelle bellissime e incontaminate spiagge del Sinis, è possibile effettuare birdwatching nel parco delle zone umide di Pischeredda. Patrono S. Giovanni Battista festeggiato il 24 giugno.
Ricchissimo di siti proto-nuraghi, nuraghi, complessi nuragici con più torri sono oltre cento e poi fortificazioni, tombe a cumulo, tombe dei giganti, dolmen, menhir, betili, tra questi ad esempio la bellissima Tomba dei Giganti sita in località Serrelizzos. Interessanti siti punici come Mesone Majore e Zippiriu. Il 20 gennaio solenni festeggiamenti in onore di San Sebastiano patrono.
Si trova nel Campidano di Oristano, circondato su tre lati dal fiume Rio Mare Foghe ne fa comprendere la facilità di difesa dalle scorrerie saracene. Nel paese ci sono i ruderi dell’antica chiesa parrocchiale di Santa Corona del XII sec. attribuita ai Templari. Da visitare la chiesa di San Martino copatrono festeggiato l’11 novembre con S.Anna 26 luglio, ricca di preziose opere settecentesche.
Faceva parte della provincia di Cagliari, nella subregione storica del Barigadu. Vi sono numerose Domus de janas del neolitico, nuraghi risalenti ad epoche diverse, numerose tombe dei giganti e villaggi nuragici per una escursione impegnativa piedi, in bicicletta o a cavallo. Da visitare anche la parrocchiale di San Giovanni Battista, patrono, e il Santuario di San Costantino Imperatore.
