I comuni italiani descritti da lazzarini: Taranto, Martina Franca, Pulsano, Laterza, Montemesola, Manduria.
Nota per il famoso vino DOC “Primitivo di Manduria”, ma non tutti sanno che il relativo vitigno vi arrivò a fine Ottocento, quando la contessa Sabini di Altamura, sposando il manduriano Tommaso Schiavoni Tafuri, portò con sé in dote dalla sua città alcune barbatelle di Primitivo. Quelle barbatelle trovarono a Manduria l’habitat naturale ottimale, in una terra secca e assolata, ma vicina al mare.
Allungato su un’altura del rilievo murgiano, nei pressi di una piccola ma profonda gravina, il centro storico è ancora racchiuso nella cerchia ellittica di mura voluta del XVIII secolo dal feudatario marchese Andrea Saracino; in essa si aprono tre porte e al centro spicca la elegante piazza semicircolare su cui si affacciano i più bei palazzi padronali e soprattutto quello del Marchese.
Come altri comuni della parte occidentale della provincia di Taranto, Laterza sorse sull’orlo di una gravina, profondo canyon scavato da antichi fiumi nella roccia calcarea, che dalle alture delle Murge portava le acque fino al mare Jonio. Negli spalti della gravina, fatti di roccia tufacea tenera, molte cavità naturali furono adattate dall’uomo come abitazioni, depositi, botteghe.
Poiché la costa jonico-salentina a sud di Taranto era esposta alle feroci incursioni di pirati saraceni, gli abitanti della costa si ritirarono nell’interno, sotto la protezione di una torre normanna preesistente, nel XII secolo, formando il primo nucleo della odierna Pulsano.
Tutto da visitare, per la sua suggestiva bellezza, è il centro storico di Martina, chiuso in un ovale dalle antiche mura in cui si aprivano solo 4 porte, e difeso da 24 basse torri circolari: opere difensive realizzate già all’atto della fondazione ufficiale di Martina, nel 1310. Alle mura si sono col tempo addossate molte costruzioni e alcune delle torri non sono più riconoscibili.
“Sebbene il Golfo di Taranto sia per lo più sprovvisto di porti naturali, Taranto ha tuttavia un porto assai grande e bellissimo”. Così affermava il geografo greco Strabone, vissuto nel I secolo a. C., descrivendo una situazione rimasta immutata.