I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Di incerta toponomia è situata a 840 mt slm sul vertice di una collina già abitata nell’età del bronzo e successivamente da sanniti e romani, si erge con il classico borgo medievale a fuso di origine longobarda circondata da boschi e torrenti che si immettono nel fiume Ofanto. Con una economia prevalentemente agricola, festeggia il Patrono sant’Antonio di Padova il 5 settembre .
Il paese ha origini longobarde. Il nome deriva dal latino “cesine sela ceduta” ovvero terra dissodata. Nel medioevo seguì le sorti di Atripalda facendo parte del suo feudo sotto i Filangieri, i Carafa e i Caracciolo. Fino al dopoguerra fece parte del comune di Aiello del Sabato da cui si staccò per essere comune autonomo. Economia agricola con produzione di nocciole, castagne, viti e vino.
La collina su cui sorge fu abitata dai Sanniti con la distruzione di Avella fu casale di profughi che vi si rifugiarono. Fu proprietà di famiglie nobiliari quali i De Tufo, i Capece, i Brancaccio, gli Orsini fino ai Caracciolo che vi costruirono un castello. Agricoltura di castagne, nocciole, legumi, ortofrutticoli e viti e ultimamente sedi industriali come FIAT e M.Marelli e Novolegno in pianura.
Era chiamata dai longobardi “Quascierana”, in seguito “Rocca de Guasserana”, dal termine “gwass” che significa “vassallo”, nel medioevo passò dagli Svevi ai Normanni e a varie famiglie feudatarie. Visitare la bella chiesa seicentesta di San Giorgio e Leonardo Patroni con festa 23 aprile, il Palazzo del Principe e i ruderi del Castello Medioevale sulla rocca, la torre normanna con l’orologio.
Il toponimo deriva da Serenius proprietario terriero romano del fundus Serenianus. Successivamente alla distruzione di Avella dei rifugiati si stabilirono sul sito formando un casale divenuto poi feudo fu assoggettato a varie famiglie. Nell’ultima domenica di agosto in onore del patrono S. Andrea Apostolo si svolge la processione penitenziale dei «battenti» a piedi nudi per 10 km .
Dai sanniti/irpini ai coloni romani, fino alla stipula della pace tra Benevento e Salerno quando i confini vennero posti proprio sulla chiesa di San Michele (allora S.Angelo ad Peregrinos). Feudo benedettino ha sempre avuto questa vocazione religiosa e tutt’oggi con i suoi monasteri e chiese è meta di ritiri spirituali. Io stesso annualmente sono stato ospitato in apposite strutture religiose.
Borgo medievale feudo dei Gesualdo, i Del Tufo, i Tomacelli e i Carafa. Ai piedi del monte S.Domenico è immerso nel verde e ha una vocazione turistico-ambientale. Da visitare i resti dell’imponente Castello Longobardo e la Chiesa di San Domenico. L’economia gira intorno alle colture di vigneti, uliveti, cereali e castagneti. Patrono san Michele Arcangelo festa 8 maggio.
Sorto sulle rocce della riva del fiume Calore verso il X sec. fortificato con mura e torri godeva di una franchigia da cui il nome o da Ludovico II re di Francia che scese in Italia nell’851 per decidere sulle sorti del ducato di Benevento e dai francesi prese il nome di Castrum de Francis. Possibilità di percorrere sentieri lungo il fiume e visitare tre mulini. Patrono san Nicola di Bari.
Deriverebbe da una ventina di anziani scampati alla battaglia tra romani e sanniti o a venti successi riportati dai Romani. Tra guerre medievali, distruzioni e peste venne abbandonato. Non rimase che la chiesa ed il suo campanile e il borgo ripopolandosi si chiamò Campanarello. Nel 1948 staccandosi da Pietradefusi divenne comune autonomo. Patroni santa Maria e sant’Alessio 8 sett. e 17 luglio
Il nome deriva dalla “pietra” con cui vennero costruite le prime abitazioni da parte di gente qui raccolta, quindi “fusa” in una comunità sulla collina fertile con il fiume Calore sottostante. Il paese è legato a Mario Puzo l’autore de “Il Padrino” perchè i suoi genitori di Pietradefusi emigrano in america dove poi egli nacque. Patrono san Faustino si festeggia la seconda domenica di agosto -sagra
