I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Tradizionale la produzione dei tipici “argagni” di terracotta smaltati solo all’interno necessari per cuocere nel camino a fuoco lento fagioli e legumi, con 4 manici per sospenderli sul fuoco, io ne posseggo uno tra i miei cimeli. Il toponimo greco significa sacra carne. Fu gravemente colpito dal terremoto del 1783. Economia agricola, vi sono diverse sorgenti di acqua. Patrono San Sebastiano.
Fu casale di Mileto, appartenne a Ruggero Lauria, ai Sanseverino di Marsico, ai Ruffo di Montalto, ai Sanseverino di Bisignano e ai Silva. Da visitare importanti chiese come la Chiesa Matrice dedicata a santa Maria Maggiore, la Chiesa di San Nicola di Bari patrono, la Chiesa della Madonna degli Angeli, il centro storico dove sono presenti diverse case e palazzi nobiliari come palazzo Falduti.
Nasce dall’insediamento di profughi di Caulonia e di Roccella intorno al casale del principe di Roccella Fabrizio Carafa, che vi realizzò un castello e impose il suo nome al luogo. Il castello esistente ancor oggi e fu sempre il centro politico-sociale del paese. Con il terremoto del 1783 e il trasferimento a Napoli dei Carafa iniziò un lento declino. Patrono sant’Antonio di Padova festa 13 giugno
Borgo risalente al periodo normanno, fu feudo dei Concubet, poi degli Acquaviva d’Aragona e dei Caracciolo. Antico Casale crebbe fino al terremoto del 1783 che lo rase al suolo. Acquaro è una terra ricca di sorgenti d’ acqua oligo-minerale e questo ha dato origine al toponimo. L’economia si basa sull’olio di oliva, sui cereali e sull’uva da vino. In agosto sagra del “Vijuazzu” (pannocchia).
Nasce intorno al convento dei padri domenicani costruito nel 1510 e poi distrutto dal terremoto del 1659. Ricostruito divenne uno dei più ricchi e famosi conventi domenicani d’Europa con cinque chiostri, ma venne di nuovo raso al suolo dal terremoto del 1783. Ricostruito in parte, oggi è visitabile insieme ai ruderi rimasti in rovina. Patrono san Martino di Tours festeggiato 11 novembre.
Il comune prende il nome dall’eremita Sant’Onofrio del Cao, che aveva questo nome in onore di Sant’Onofrio anacoreta e dalla parola greca caos che significa “burrone”. E’ tradizione nel periodo pasquale inscenare l’Affruntata, una rappresentazione dell’annuncio della resurrezione di Gesù Cristo con la Madonna. Principale festa del paese quella del Santo Patrono Onofrio venerato il 12 giugno.
Il nome potrebbe derivare dal greco Dynamos: forza, potenza. Passata di mano tra varie famiglie feudali fu quasi rasa al suolo dal terremoto del 1783. Il territorio comunale è ricoperto da boschi di castagni e di faggi e abeti nella parte montana, mentre in basso si coltiva l’ulivo, vite e pascolo. Patrono san Michele Arcangelo, Maria SS della Catena .
Era una frazione di Motta Filocastro, ma distrutta in massima parte dal terremoto del 1783 venne subito ricostruita ed ebbe una maggiore espansione per la migliore posizione del territorio fino a diventare capoluogo di comune. L’economia è basata sull’agricoltura con varie aziende a carattere familiare che producono olio d’oliva di ottima qualità, vino rosso e agrumi. Patrono san Pantaleone .
Col nome di Cessanito forse dovuto alla antica chiesa di S Basilio di Cesano, da cui dal 1500 il toponimo fu Cessaniti per indicare gli abitanti di quel luogo. Tra le frazioni ci sono Pannaconi formatosi nel 1130 attorno alla famiglia dei Pannaci, Favelloni che prese il nome dai fratelli che nel 1130 possedevano qui dei poderi, S.Maria di Mantineo invece era un monastero di monaci basiliani.
Sito abitato in epoca preistorica e precristiana, poi occupato da Greci, Cartaginesi, Romani, Bizantini, Arabi, Saraceni e Normanni di cui resti, ruderi e reperti testimoniano il passaggio. Risorsa importante è il turismo balneare con le note località balneari come Capo Vaticano, Grotticelle e altre. Festa di San Zaccaria patrono il 5 novembre a Ricadi. Sagra della cipolla rossa il 13 agosto.
