I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Era fino al X secolo un piccolo aggregato di capanne di pastori e che vista la presenza di abbondanti sorgenti presenti, sia man mano diventato centro abitato di una certa importanza anche per la presenza del cenobio basiliano di Sant’Elia Speleota. Il nome del paese deriva dal latino mellis concha che riporta il greco meli, che vuoi dir miele, e konkhe, che significa terra di frassino”.
Di origine greco-bizantina prima del mille, subì le vicissitudini medievali delle lotte tra aragonesi e angioini, ma il più tremendo fu il terremoto che nel 1783 distrusse anche il castello, gli abitanti furono costretti ad abbandonare le proprie case diroccate e a riedificare la cittadina più in alto nella località S. Lorenzo della Sconfitta dove ora è Santa Cristina. Patrono san Nicola di Bari.
Edificato dai Samii di Grecia da cui prende il nome, si dice abbia dato i natali a Pitagora. Già nominato come Crepacore poi Precacore, subì il terremoto del 1783 che lo distrusse, poi quello del 1908 di Messina in seguito al quale il paese venne ricostruito nel sito attuale, di fronte nel vallone di Santa Caterina rimangono i ruderi dell’insediamento originario distrutto dal terremoto del 1783.
Confina con il comune di Reggio Calabria ed è stato uno dei suoi casali del sistema difensivo collinare. Di probabile origine bizantina è sicuro insediamento normanno con un castello i cui resti sono presenti sulla collina soprastante. Numerose vicissitudini feudali con guerre e passaggi dagli svevi agli angioini e aragonesi, dai Ruffo ai Carafa. Patrona Madonna del Rosario festa il 7 ottobre.
Alle porte dell’Aspromonte vicino al capoluogo, Vadaladi era il possedimento della famiglia Vadalà che dall’arabo “Abd’Allah” significa “servitore di Dio” dimostrando una chiara origine saracena. Presenza anche dei monaci basiliani di cui sono da visitare alcuni cenobi della Valle del Tuccio e i famosi mulini ad acqua e i frantoi. Patrono san Teodoro martire
festeggiato il 9 novembre .
Il toponimo deriva dal latino Portula cioè porta per via delle varie porte e torri realizzate dai Gerace per proteggere nel medioevo il paese. Nel territorio si trova l’area di scavi archeologici dei resti dell’antica Locri Epizephiri in loco chiamata Centocamere, conservata grazie alle acque che l’hanno sommersa. Preziosi reperti sono conservati nei musei in Germania e al Paul Getty Museums di NY
E’ uno dei tre casi italiani di comune diviso in due parti non confinanti distanti più di 40 km. Interessante il vecchio borgo disabitato (Roghudi Vecchio) costruito sul vertice di un costone intaccato dalle alluvioni alle pendici dell’Aspromonte, per questo tutto il paese si trasferì in un nuovo sito a 40 km sulla costa jonica nei pressi di Melito di Porto Salvo chiamandosi Roghudi Nuovo.
Si trova al centro della Locride risentendo culturalmente di tale dipendenza. Il paese nasce ad opera della famiglia Carafadi Roccella alla fine del 1500. Tra le architetture da visitare nella frazione Condojanni si trova un antico castello normanno. Prende il nome dal Patrono Sant’Ilario Abate
festeggiato il 21 ottobre. Economia turistico-balneare e agricola con produzione di olio,vino e agrumi
Il toponimo deriva dal promontorio Bruzio dai Bruzi nonchè dal vento detto “Zefiro” che spinse i greci su questa costa e che poi si spostarono all’interno dove ora è il paese. Alta sul paese è la Rocca Armenia un monolite di arenaria alto 115 mt su cui sono i resti della fortificazione che fu quartier generale dei Saraceni. Visitare le piccole terme rinomate di San Phantino e dell’acqua Munda.
Il comune si trova vicino a Locri ed è conosciuto per le “Acque sante locresi” rinomate sin dall’antichità e alimentano le odierne Terme. L’acqua sgorga a 35º e sono termominerali, isotoniche,sulfuree, salso-solfato-alcaline con tracce di iodio, utilizzate per terapie all’apparato circolatorio e respiratorio. Dal 1870 le terme sono affiancate da moderne strutture mediche, ricettive e sportive.
