I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Si trova nella Barbagia di Ollolai, alle pendici del Monte Gonare. Presenti reperti risalenti al periodo nuragico che testimoniano le origini antichissime, il dialetto Sarulese contiene numerosi idiomi provenienti dagli arabi, spagnoli, catalano, genovese, pisano e siculo-napoletano. Tradizionale il carnevale con “maschera a gattu” e il fantoccio Su maimone destinato ad essere bruciato alla fine.
Il nome del paese in sardo è Sindìa, è in provincia di Nuoro ed è situato “storicamente” nell’antica regione della Planargia che ora fa parte di Oristano, con i 40 nuraghi presenti nel suo territorio testimonia l’antica frequentazione umana. Il borgo attuale si sviluppa intorno alla chiesa medievale di San Pietro, interessanti i resti dell’Abbazia Cistercense di N.S. di Corte o Cabuabbas.
In provincia di Nuoro è situato al centro della regione storica delle Baronie ai piedi del monte Calvario. Territorio prettamente collino-montagnoso con zone piane intorno al Riu Mannu, il monte Albo lo divide da Siniscola e dalla vicina zona costiera. Patrono sant’Antonio di Padova festeggiato il 13 giugno, particolare anche la festa di S. Antonio Abate il 17 gennaio con l’accensione dei falò.
Il toponimo Meana deriva dalla parola “mediana” in quanto si trovava a metà strada della via romana che andava da Cagliari a Olbia. Testimonianze antiche sono visibili con il nuraghe quadrilobato Nolza. Situata al centro del paese vi è la chiesa patronale di San Bartolomeo, festeggiato il 24 agosto, probabilmente riedificata nel 1589 su una chiesa preesistente risalente al 1341.
Insediamento risalente al periodo nuragico, di cui vi sono varie testimonianze archeologiche come il nuraghe Cà lone, e un altro nel parco naturale Sa Serra di recente ritrovamento. Il nome deriverebbe da un latifondista romano di nome “Ortellius” proprietario del luogo. Da visitare la stupenda Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, patrono, del 1116 è stata cattedra vescovile di Ottana.
E’ in provincia di Nuoro ed è situato su una collina a 500 mt slm, vi sono presenti ben conservati alcuni nuraghe come quello di Orolio o Madrone, Nuraghe Santa Sarbana, Nuraghe Corbos e il pozzo sacro di Santa Sabina festa 2^ settimana di settembre. Da visitare la Chiesa di Sant’Antonio Abate patrono festeggiato il 17 gennaio, la Chiesa bizantina di Santa Sabina e la Chiesa di San Lorenzo.
Nel Medio Evo era conosciuto come S. Stefano di Ligori, situato nella valle del fiume Cedrino ne ha spesso subìto gli straripamenti. Nelle sale dell’ex palazzo comunale in via S. Michele vi si trovano interessanti reperti provenienti dai siti archeologici del comune. Da visitare Sa conca ‘e mortu di epoca neolitica dove un masso di granito sulla facciata riproduce un teschio umano, e altri siti.
Al centro del paese si erge la stupenda cattedrale romanica del patrono San Nicola costruita fra il 1140 e il 1160 viene festeggiato il 15 maggio. La pratica di allevatori ovini e caprini ha sviluppato una tradizione carnevalesca creando i personaggi dei merdùles e dei boes, con maschere lignee e ricoperti di pelli di pecore. L’economia oggi è influenzata da industrie petrolchimiche e sintetiche
E’ il paese dove Grazia Deledda scrisse Canne al vento, nel quale lo nomina come Galte, e ancora è possibile visitare la sua casa nel centro storico, tra i meglio conservati dell’isola, dove si possono visitare la cattedrale di San Pietro, la chiesa del Santissimo Crocifisso (dove è custodito un Crocefisso ligneo stupendo) patrono del paese festeggiato il 3 maggio e la Chiesa dell’Assunta.
E’ in provincia di Nuoro nella Barbagia di Belvì a 896 metri e deriverebbe il toponimo da “esule o esilium” ad indicare un gruppo di cristiani cacciati da Calmedia oggi Bosa. Delle testimonianze nuragiche vi è il nuraghe più alto della Sardegna “Ura ‘e Sole”. Vi si trova anche la vetta più alta della Sardegna Punta Lamarmora mt1834. Patrono è Sant’Antonio Abate festeggiato il 17 gennaio.
