Alla scoperta dei comuni della Provincia di Benevento (Campania) con le descrizioni personalizzate, dei turisti, dei cittadini, di chi li ama. Da Benevento ai comuni più piccoli.
“Campora”o “Camporum” nel medioevo, possesso degli aragonesi Della Leonessa, quindi passò ai Carafa, poi ai D’Avalos ed infine ai D’Aquino. Il centro antico di Campoli sorge intorno a un piccolo sperone di roccia . Patrono san Nicola di Bari, San Donato d’Arezzo festeggiati il 9 maggio e il 7 agosto.
Da Pau “pago” e in basso sulla riva del fiume Calore c’è Pagani, dove si rinvennero molti ruderi di antichità romana. Feudo appartenuto a numerose famiglie nobili, fu comune insieme a Ponte. A fine agosto ha luogo una sagra chiamata “La sagra del Cecatiello” si può mangiare la “padellaccia” bagnata da vino locale come l’Aglianico, la Falanghina e la Coda di Volpe prodotto da ” Torre Pagus “.
Da Forum Iani o Fuganum dei romani, di cui sono evidenti ruderi di antichi casali romani. Vicino vi era un antico e grandioso Monastero di Benedettini adiacente alla chiesa del Beato Giovanni Eremita (oggi patrono) nei pressi di un bosco a San Giovanni a Mazzocca rifugio di banditi. Tra i monumenti il Campanile in cima alla città vecchia, S. Giovanni a Mazzocca, Chiesa di S. Maria di Gualdo.
Il borgo medievale sorge più in alto intorno ai resti del castello, più in basso l’urbanizzazione successiva. Feudo di Matteo de Lecto passò ai Mansella, ai Caracciolo ed ai Loffredo, al duca di Sangro e al principe di Roccella. Visitare il centro storico, il Museo della Civiltà Contadina, il Santuario della Madonna del Carmine, la Chiesa del Rosario, Chiesa di Santa Maria, Patrono san Giovanni.
Sorta nel medioevo al posto dell’antica Melae di origine sannita di cui conserva il nome. Nel medioevo era chiamata Meliczano feudo del conte di Caserta. Passò in proprietà a varie famiglie nobili, il Castello di Melizzano di proprietà privata conserva ancora la sua fisionomia originaria con la merlatura. Da visitare anche la Chiesa di San Pietro patrono con San Paolo festeggiati il 29 giugno.
Appadium derivato dalla via Appia su cui si trovava o forse dall’etrusco Arpen “luogo montuoso”. Frequenti battaglie fra Aragonesi ed Angioini la misero a ferro e fuoco, nel 1456 fu distrutta da un forte sisma. Possesso dei Ribursa, Stendardo, Bagot, Boffa, Leonessa, Carafa, Caracciolo, Guevara. Visitare il Castello a guardia della via Appia, il Santuario della Madonna delle Grazie patrona.
Da Gucciano o Cucciano sede della villa del romano Cocceio ( Coccejanum). Feudo di Airola di cui fu sempre casale chiamato Airola-Bucciano. Molto bello da visitare il Santuario della Madonna del Taburno (sec. XV), la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista patrono festeggiato il 24 giugno, Chiesa dell’Immacolata. Economia agricola con produzione di cereali, olio, vino, gelsi e legumi.
Il nucleo originale era la città di Cluvia, una fortezza naturale dove i romani posero l’isediamento, ma con i normanni scomparve e i profughi diedero poi inizio alla fondazione di Alibergo, normanni, angioini e poi a famiglie baronali. Un terremoto lo distrusse e fu riedificato sul sito odierno.Oggi il paese ha tre rioni e si sviluppa a ferro di cavallo.Patrono santissima Madonna Della Macchia.
Nel 1977 è stato ritrovato un tetradramma bronzeo del 336 a.C. con l’effige di Alessandro il Grande che testimonia i contatti tra il Sannio e la Magna Grecia. Il borgo nasce ad opera dei bizantini monaci basiliani che fondarono la chiesa di Santa Maria dei Greci del XI sec. Il nome deriva dai numerosi mulini ad acqua o dalla produzione di mole da macina. Patrono san Rocco festa 16 agosto.
Il nome deriva da fara di Gnito ossia la famiglia di Gnito o dal latino farneus un tipo di quercia e da Bartolomeo da Monteforte uno dei primi suffeudatari. posto sull’antica “via per le Puglie” conserva le tracce dei Sanniti e Romani prima, poi dei Goti, Bizantini e Saraceni e da Longobardi e Normanni. E’ teatro di Raduni Annuali Internazionali di Mongolfiere la prima settimana di ottobre.