Alla scoperta dei comuni della Provincia di Agrigento (Sicilia) con le descrizioni personalizzate, dei turisti, dei cittadini, di chi li ama. Da Agrigento ai comuni più piccoli.
Resti di ville paleocristiane e romane sono testimonianze di questo fertile e temperato territorio. Ricco di chiese e luoghi di interesse, è famosa per la sua festa patronale. In quest’occasione la statua di San Calogero viene trascinata su una “straula”, un’enorme slitta, lungo un pendio. Il rito attira numerossisimi fedeli. Da vedere le mostre di abiti antichi e di arte grafica.
Uva da tavola, albicocche e pesche donano un intenso profumo a questa terra immersa nell’alta valle del fiume Naro. Ricca di storia e cultura, numerosi i luoghi di interesse assolutamente imperdibili, vive un giusto connubio tra modernità e tradizione. Alcuni resti archeologici datano la sua fondazione in età pre romana, anche se il suo nome è di origine araba e significa “fossato di argilla”.
Noto per le sue miniere di sale, il paese si sviluppò intorno al Castello di Chiaromonte nel periodo normanno. Questo piccolo paese dell’agrigentano ha dato i natali a Leonardo Sciascia, da vedere la sua statua per le vie del paese, e a Gaetano Savatteri. Nel nome di origine araba, che significa “villaggio morto”, il dramma della peste che falcidiò la popolazione i secoli scorsi.
Sterminati uliveti hanno via via ricoperto le pendici di colline gessose su cui si aprivano anticamente delle miniere. Il paesaggio è caratterizzato da numerose grotte, alcune esistenti pure nel centro cittadino. Da vedere la chiesa Madre, quella del carmine, il Palazzo del Municipio.
Nemmeno mille abitanti in questo paese della provincia di Agrigento, sviluppatosi sotto la chiesa di Santa Maria di Altomonte e del palazzo Baronale. Persone dedite all’agricoltura in questa terra che sà di zolfo e rinomata per le sue zolfare. Una di queste era proprietà dei genitori di Pirandello che in questi luoghi ha trascorso parte della sua giovinezza.
Adagiata sulle pendici del monte Belvedere, il Palazzo dei Principi racchiude gran parte della sua storia legata alla famiglia Naselli. Lo stemma cittadino ancora ne conserva il leone ruggente, simbolo dei principi. Assolutamente da assaggiare “u tagano”, piatto tipico a base di pasta, uova e tuma, un formaggio stagionato locale, solitamente consumato nelle ricorrenze di Pasqua.
I caratteristici souvenir di pane caratterizzano la Pasqua di questo antico feudo dedito alla coltivazione di ulivi, mandorle e pistacchi. Archi di canne di bambù salutano i visitatori in questa festa religiosa molto sentita che attira ogni anni numerosi curiosi e fedeli. Assolutamente imperdibile!
Da lontano il piccolo abitato si staglia contro le montagne e un lago sottostante dipinge il paesaggio tutt’intono. Le strade si inerpicano fin su al paese che registra non più di tremila abitanti che vanta numerose chiese, tra cui il Santuario della Madonna della Rocca, risalente al XVII sec. e il convento dei Carmelitani, annesso alla Chiesa del Carmine.
Il ritrovamento delle “Vergini di Businè” fa annoverare questi luoghi tra quelli pieni di fascino, di storia e tradizioni. Nel nome le sue origini arabe: “Rahal-Afdal”, casale eccellentissimo per le sue produzioni agricole. Il paesaggio è caratterizzato da aspre colline gessose che donano ai contorni una piacevole visione e un tocco di mistero impenetrabile.
Un paese segnato dalle continue emigrazioni dei suoi abitanti, che tentano la fortuna altrove… senza riuscirci molte volte. Piccolo, molto piccolo, così come pochi sono i suoi abitanti…eppure sembra un paesaggio da cartolina, salutato da lotti coltivati in un paesaggio stanco.