Alla scoperta dei comuni della Provincia di Isernia (Molise) con le descrizioni personalizzate, dei turisti, dei cittadini, di chi li ama. Da Isernia ai comuni più piccoli.
Sesto Campano, comune della provincia di Isernia situato lungo la valle del Volturno ai
confini della zona detta Campani, tra Molise e Campania, economia prettamente agricola, il
territorio è ricco di canali che corrono verso il Volturno.
Colli a Volturno, posta a confine delle regioni Abruzzo e Molise, sorge su tre colline ricche di boschi, da visitare la Chiesa Madre costruita nel punto più alto di tutto il paese ed è anche la più antica, ancora la chiesa di San Leonardo, con gli affreschi di Pietro Brunetto ed infine la fortificazione sannitica in località Monte San Paolo.
comune montano, posto esattamente al limite dei monti che separano i versanti dell’appennino molisano abruzzese, si dice che quando piove, una parte dell’acqua che cade sul paese finisce nel Tirreno e un’altra va nell’Adriatico. Per chi ama la natura può cimentarsi nella “caccia” visiva, in quanto diverse sono le specie faunistiche presenti sul territorio.
Posta sulla cima di un colle Agnone, in provincia di Isernia, dall’alto dei suoi 800metri domina le vallate del Cerro e del Verrino. I suoi abitanti, secondo alcuni studiosi, sono i discendenti dei fondatori dell’ antica Aquilonia. Chiamata la “Atene del Sannio” per le persone di cultura che vi sono nate. Agnone offre monumenti e luoghi di notevole interesse.
Gradevole paese molisano posto a 600 metri, con circa 1000 abitanti, definito anche “Patria della Zampogna” perchè vi si svolge il Festival Internazionale dell’omonimo strumento.
Da visitare: il Museo della Zampogna, Il castello Battiloro, i laboratori degli artigiani dei i tipici strumenti musicali.
Famoso anche per il “raviolo scapolese” imbottito con salciccia, formaggio e bieta.
Comune in provincia di Isernia di cira 1500 abitanti.
Notevoli il castello Pandone del 1400, la chiesa di Santa Maria Assunta, La chiesa di San Pietro e Paolo Apostolo ed Viadotto Volturno lungo 818 metri ed alto fino ad 85 metri.
Una cornice di cemento inquadra il maestoso castello Pandone mentre mi avvicino a questo paesino sannita d’origine e il cui nome deriva dagli antichi boschi che doveva possedere. E’ il Viadotto Volturno, dono di cemento a questa verde vallata in cambio di un più facile accesso alle mappe della nostra conoscenza che qui potrebbe perdersi.
Venafro è definita la città dell’olio perchè ricca, di olive pregiate tra cui “ l’Aurina ”.Vincenzo Cuoco, (1770-1823) in “Platone in Italia”, riferisce che ad introdurvi la varietà fu Licinio nel IV secolo a.C.
In Strabone, De Geographia. V, 3, 10 si legge: “ Poi vi sono alcune altre località, tra cui Venafro, da dove proviene l’olio migliore.”
Provare per credere
Da sempre questa cittadina d’origine sannitica è meta obbligata per i viaggiatori, perchè in un’area di confine regionale a vocazione agricola ma che oggi possiede un discreto nucleo industriale. Una visita del suo centro storico promette aspetti culturalmente gratificanti come il suo Castello Pandone, un teatro romano, la Palazzina Liberty e i tanti scorci antichi. E naturalmente la cucina.
Un luogo che ad uno sguardo furtivo e distratto può sembrare anonimo e che invece vanta discrete testimonianze di una storia antica che ha visto questa cittadina al crocevia di traffici e culture sin dall’antichità, dall’epoca sannitica e romana ad oggi.
Un rito, bagnarsi nelle acque del suo simbolo, la Fontana Fraterna, illuminata dal sole pomeridiano.