1. gianniB (DescEditor) su Aquilonia descritta da gianniB (Aquilonia) scrive:

    In una delle mie visite mi sono portato a 3km dal centro abitato scendendo dal Parco Archeologico verso Monteverde, vi è il lago artificiale Aquilaverde nato dopo la realizzazione dalla diga S.Pietro, si chiama Aquilaverde perchè è un acronimo dei tre comuni interessati dal lago: Aquilonia, Lacedonia e Monteverde. Importanti la flora e la fauna tipicamente acquatica nonché una ricca varietà di pesci d’acqua dolce: trote, persici, cavedani, arborelle, anguille, vi sono state realizzate aree per pic-nic e punti di osservazione degli uccelli acquatici. D’estate diventa la spiaggia dei residenti che sono ben lontani dal mare.

  2. gianniB (DescEditor) su Aquilonia descritta da gianniB (Aquilonia) scrive:

    Ringrazio il mio amico Vito Coppola, membro responsabile dell’Associazione che cura i Musei, devo a lui il conoscere così bene questo posto e che ha utilizzato gratuitamente le mie foto per i depliant di Aquilonia e del Parco Archeologico dandomi questo onore. E devo a lui aver scoperto tutti i posti vicini degni di interesse come la celebre Abbazia di san Vito di età altomedievale. Nei pressi dell’Abbazia troneggia una quercia plurisecolare detta “quercia di S.Vito che è uno dei cento alberi più vecchi della Regione Campania con un diametro di circa 10 mt e alla cui ombra sono cresciuti tutti i bambini di Aquilonia.

  3. gianniB (DescEditor) su Aquilonia descritta da gianniB (Aquilonia) scrive:

    Nel Parco vi è il Museo delle Città Itineranti realizzato nel primo casolare (probaile fosse una locanda) dove oltre ai reperti si assiste alla visione della storia del paese con particolare riferimento al terremoto del 1930 e alla visita del Re e della Regina accorsi per dare aiuto alle popolazioni colpite. Il Museo è collegato con la locale Associazione per la Gestione del Museo Etnografico “Beniamino Tartaglia” dove sono stati raccolti numerosissimi utensili della civiltà contadina e disposti in un insieme omogeneo creando gli ambienti del ceramista o del contadino o del barbiere o del locandiere con un percorso sequenziale di grande fascino corroborato da fotografie, manifesti, scritte in dialetto e in italiano. Ogni anno nel piccolo paese posto su una sperduta collina arrivano pullman di scolari da tutt’Italia per visitare l’importante Museo. Tutti gli oggetti sono stati donati e l’elenco dei donatori è posto su una parete del Museo.
    Tutto il paese è legato al Parco archeologico ed al Museo etnografico ed è gentile ed accogliente con tutti visitatori specialmente durante la festa estiva patronale, vi sono disponibili hotel e agriturismi dove vi posso garantire si mangia benissimo specialmente i piatti locali.

  4. gianniB (DescEditor) su Torella dei Lombardi descritta da gianniB (Torella dei Lombardi) scrive:

    Il feudo appartenne a Giuseppe Caracciolo alla cui morte tutto fu ereditato dal nipote Camillo Ruspoli, che morì nel 1940. Nel 1959 la sua vedova donò la struttura del castello al Comune che ora la usa come Sede comunale e Museo.Torella è il luogo di nascita di Roberto Roberti pseudonimo di Vincenzo Leone padre del regista Sergio Leone. Nel 2004 è stato creato un Festival cinematografico che ha luogo generalmente tra luglio e agosto. Nel castello è aperto anche un piccolo e suggestivo museo dove si conservano sceneggiature originali e costumi di scena dei film più noti. Qui oltre a Sergio Leone ha origini il produttore cinematografico e presidente del Napoli Aurelio de Laurentiis.

  5. gianniB (DescEditor) su Sirignano descritta da gianniB (Sirignano) scrive:

    …daltronde i partecipanti sono vestiti di bianco ad indicare la purezza, il candore, puliti da ogni peccato e portano una fascia rossa sul petto e intorno alla vita a simboleggiare quel sangue scaturito dal martirio di cui ti parlavo sopra, retaggio dell’antica tradizione dei “battenti”.

  6. gianniB (DescEditor) su Sirignano descritta da gianniB (Sirignano) scrive:

    In effetti vengono chiamati comunemente battenti, anche se giustamente dovrebbero essere fujenti in quanto i battenti si percuotono per penitenza, a volte anche con tavolette chiodate o con spine o vetri per far fuoriuscire il sangue, in genere viene effettuato il venerdì Santo per ricordare il martirio di Cristo. Ma ultimamente sono stati imposti divieti di tale pratica per via delle possibili infezioni e contaminazioni che potrebbero verificarsi a seguito delle recenti epidemie e virus vari. In alcuni comuni della Calabria è una tradizione talmente radicata che non si riesce ad eliminarla.

  7. gianniB (DescEditor) su Mugnano del Cardinale descritta da gianniB (Mugnano del Cardinale) scrive:

    L’avvenimento più importante per la storia di Mugnano è del 1805 ed è dovuto al sacerdote del luogo Francesco Di Lucia che portò a Mugnano le reliquie di una giovane martire cristiana rinvenuti tre anni prima nelle catacombe romane di Santa Priscilla. Iniziò così la devozione a Santa Filomena che si diffuse in tutto il Meridione grazie anche a Ferdinando II di Borbone. Santa Filomena di Roma è una santa la cui vita risulta essere ancora misteriosa. Secondo una tradizione Filomena era una principessa di Corfu. E quando aveva 13 anni quando venne a Roma con i genitori per incontrare l’imperatore Diocleziano. Della sua bellezza si invaghì e le offrì il trono di imperatrice di Roma. Filomena però aveva consacrato la sua verginità a Cristo e rifiutò l’offerta, ma l’imperatore ritenutosi oltraggiato la fece sottoporre a diversi tormenti, dai quali scampò miracolosamente, ma infine venne uccisa con decapitazione. Nella tomba fu trovato un vasetto di forma ovale contenente il sangue della santa. Il loculo era chiuso da tre tegole di terracotta con sopra scritto “Lumena pax te cum fi”. L’errata posizione delle tegole causò quando fù tumulata cambiò il significato della scritta: Pax tecum Filumena, ovvero «La pace sia con te, Filomena». Le tegole risalgono ad un periodo fra la fine del III e l’inizio del IV secolo dopo Cristo. Filomena significa “figlia della luce” ma qualcuno mi ha detto “donna amata”. Notizie tratte da santi e Beati.

  8. gianniB (DescEditor) su Capaccio descritta da Michele Nardella (Capaccio) scrive:

    e come dice il proverbio “Capaccio vai sano e torni paccio” dove “paccio” stà per “pazzo” e come dare torto al proverbio dopo aver visitato gli scavi archeologici dei templi, Hera Argiva, le mura ciclopiche di Paestum… il museo con la Tomba del Tuffatore e tutti i reperti esposti… resto sempre basito nel passare vicino agli scavi andando al mio paese di Velia nel guardare la bellezza di questo luogo, giro intorno alle mura e proseguo con negli occhi la perfezione delle realizzazioni greche, pietre di travertino incastonate l’una sull’altra con una maestria tale che si notano subito quelle rimesse su dai restauratori non in grado di utilizzare uguale maestria.

  9. gianniB (DescEditor) su Irsina descritta da gianniB (Irsina) scrive:

    La festa di Sant’Eufemia, protettrice di Irsina, si svolge dal 14 al 17 settembre. In particolare il 16 settembre vengono consegnate sul sagrato della Cattedrale le chiavi della città all’arcivescovo, e da questi alla patrona e custode della città, Sant’Eufemia. Segue una lunga processione per le vie del paese dell’immagine di Sant’Eufemia, della reliquia del suo braccio e dell’icona della Madonna della Divina Provvidenza.
    La festa della Pietà ed il pizzicantò, si svolge l’ultima domenica di maggio con una processione dell’immagine della Madonna della Pietà. Segue il tradizionale gioco del Pizzicantò, che prevede la disposizione di due squadre di giovani in cerchio, in un doppio piano, a formare una piramide umana. Dal maggio 2009, data la notevole affinità tra il gioco del pizzicantò praticato nell’Italia meridionale ed i Castells della Catalogna, si è svolta la prima edizione del Festival internazionale delle torri umane, con la presenza di gruppi provenienti da diverse zone dell’Italia e dalla Catalogna stessa

  10. gianniB (DescEditor) su Irsina descritta da gianniB (Irsina) scrive:

    Nel 1998 a Irsina è stato girato il film Del perduto amore con la regia di Michele Placido.
    Nel 2003 è stato girato nella parte vecchia della città il film Prova a volare con Riccardo Scamarcio, Ennio Fantastichini, Antonio Catania, con la regia di Lorenzo Cicconi Massi. Il film è poi uscito il 24 agosto 2007 in 180 sale

  11. gianniB (DescEditor) su Urbania descritta da gianniB (Urbania) scrive:

    Ricordo nella mia visita la bellezza dei luoghi e l’interessante storia delle mummie che riguarda l’espressione di alcune: sono in atteggiamento di paura e disperazione con le mani e le braccia nel tentativodi grattare la bara per uscire procurandosi anche dei danni, evidentemente alcune erano state sepolte vive causa morte apparente dovuta a collassi o disfunzioni e si erano ritrovate sottoterra quando poi si ripresero. Era terrificante guardarle! Poi mi raccontarono che sono diventate mummie per via del suolo contenente un antibatterico che non ha permesso la decomposizione, come per dire sottosale.

  12. gianniB (DescEditor) su Grassano descritta da gianniB (Grassano) scrive:

    Muore a Roma il 4 gennaio 1975. La salma dello scrittore torinese riposa nel cimitero di Aliano, dove volle essere sepolto per mantenere la promessa di tornare, fatta (e non potuta mantenere in vita) agli abitanti, lasciando il paese.

  13. gianniB (DescEditor) su Grassano descritta da gianniB (Grassano) scrive:

    In una lettera alla mamma Carlo Levi scriveva:
    « Cara Mamma cara, dunque, eccomi a Grassano. Credevo che anche Grassano fosse un paese di montagna, e me lo figuravo tra boschi e salite impervie: invece è in cima a un colle a lentissimo declivio, sì che dall’alto non si apprezza il dislivello, che pure è assai forte, col fondo della valle, che qui si è fatta larghissima; e par quasi d’essere in pianura. Le colline sono tutte coltivate a grano; pei campi lavoravano le trebbiatrici e passano a cavallo i contadini per recarsi ai campi lontani. »

  14. gianniB (DescEditor) su Grassano descritta da gianniB (Grassano) scrive:

    Per sospetta attività antifascista, nel marzo 1934 Levi viene arrestato, e l’anno successivo, dopo un secondo arresto, condannato al confino, nel paese lucano di Grassano e successivamente trasferito nel piccolo centro di Aliano (nel romanzo chiamato Gagliano) poichè il Prefetto di Matera scrive al Ministro dell’Interno che Carlo Levi ha trovato troppa accoglienza e benevolenza dalla popolazione e che quindi bisognava trasferirlo al Aliano, un paese più lontano dalla ferrovia e più isolato. Da questa esperienza nascerà il suo romanzo più famoso, Cristo si è fermato a Eboli, che nel 1979 verrà anche adattato per il cinema e la televisione da Gillo Pontecorvo e Francesco Rosi.

  15. gianniB (DescEditor) su Isole Tremiti descritta da Mirco (Isole Tremiti) scrive:

    @Mirco la tomba di Diomede è l’unica sotterranea e si accede vicino allo strapiombo dove ci sono delle ringhiere pericolanti in legno, è un vano visibile da quella che doveva essere la porta d’ingresso, nel lato interno di San Nicola verso l’isola di Capperaia, praticamente dove c’è il tabellone di legno su cui malamente hanno scritto con un pennellone Tomba di Diomede.

  16. gianniB (DescEditor) su Isole Tremiti descritta da Mirco (Isole Tremiti) scrive:

    e… quando risiede a san Domino è facile incontrare Lucio Dalla e scambiare amichevolmente quattro chiacchiere…

  17. gianniB (DescEditor) su Isole Tremiti descritta da Mirco (Isole Tremiti) scrive:

    Tra le cose belle invece ricordo le caprette nere che girano su San Nicola lungo le pareti a strapiombo, non sò come possano essere così agili, e l’incontro con le diomedee (gabbiani della razza Berta Maggiore) di sicura bellezza con la macchiolina rossa sotto il becco (che viene beccata dai pulcini per far rigurgitare il pasto dai genitori). L’incontro con i pulcini delle Berta Maggiore nei nidi vicino alle tombe fu drammatico… il richiamo dei pulcini agita tutti gli adulti che si alzano in volo a centinaia e radendo l’intruso cercano di allontanarlo anche con beccate violente… io mi allontanai di corsa…

  18. gianniB (DescEditor) su Isole Tremiti descritta da Mirco (Isole Tremiti) scrive:

    Vero, l’inverno tutto scompare: turisti, villaggi, ristoranti… e mi ricordo che prima un solo insegnante arrivava con l’aliscafo per tutti i pochi bambini delle elementari e medie, un’unica classe tutti insieme… i più grandi invece devono andare sulla terraferma e spesso il mare non consente i collegamenti e…niente scuola!
    Volevo dire che le isole dell’arcipelago sono San Nicola, sulla quale risiede la maggior parte della popolazione e si trovano i principali monumenti dell’arcipelago.
    San Domino, più grande, sulla quale sono insediate le principali strutture turistiche grazie alla presenza dell’unica spiaggia sabbiosa dell’arcipelago (Cala delle Arene).
    Capraia (detta pure Caprara o Capperaia), la seconda per grandezza, disabitata.
    Pianosa, un pianoro roccioso anch’esso completamente disabitato e distante una ventina di chilometri dalle altre isole.
    Il Cretaccio, un grande scoglio argilloso a breve distanza da San Domino e San Nicola.
    La Vecchia, uno scoglio più piccolo del Cretaccio e prossimo a questo che si stà man mano disgregando per l’azione del tempo, del mare, delle imbarcazioni e …dei turisti.

  19. gianniB (DescEditor) su Isole Tremiti descritta da Mirco (Isole Tremiti) scrive:

    Numerosi miei soggiorni in queste Isole me ne hanno fatto innamorare, e come me daltonde anche Lucio Dalla che si ritira nella sua villa studio discografico di San Domino che dà su Cala Matana, riconoscibile per essere bianca dove si intravedono due terrazze ad arco nel verde della parete a metà lunghezza di San Domino. Bella San Nicola con la sua storia, la fortezza del borgo antico, meno belle le case popolari e la fatiscente struttura marciscente del tavolato che doveva servire per un ipotetico mai realizzato lido balneare sotto la Torre del Cavaliere, ora è lì a dimostrare tutto il degrado possibile. Ho vinto un concorso di fotografia proprio qui, ho fotografato la Torre del Cavaliere con gli obrobriosi lampioni della Tagliata, il tema era appunto sulle cose che deturpavano le isole. Ma nonostante tutto questo e altro squallore di gente senza scrupoli, come l’immondizia gettata negli anfratti dove vivono i gabbiani chiamati Diomedee appunto come le Isole stesse (Isole Diomedee) in onore a Diomede condottiero greco qui morto e sepolto. E questo è un altro punto dolente, tombe scavate nella roccia e la tomba di Diomede abbandonate all’incuria e con scarse indicazioni. Interessante invece è San Domino, io risiedo in genere a Punta Diamante dove raccolgo stupendi capperi che nascono spontanei, grandi e saporiti, e le sue grotte come quella delle Viole o del Bue Marino, il periplo dell’isola nasconde sorprese come la roccia dell’Elefante o del cavallo e della tartaruga, baie nascoste, profumi di pino marittimo splendido curvato dalla tramontana nella baia degli Inglesi. Conosco ogni pietra e ogni anfratto di questo stupendo arcipelago, luogo di confino e di battaglie, luogo che d’inverno si riduce a 50 abitanti mentre d’estate è contraddizione di se stesso per un turismo balneare con una unica piccola spiaggia nello pseudo porticciolo di attracco. Ma forse è per questo che le amo…

  20. gianniB (DescEditor) su Tito descritta da gianniB (Tito) scrive:

    In questi giorni c’è la festa patronale, è un discreto borgo ma certamente per via della sua trascorsa storia non conserva quell’aspetto originario medievale con castelli, torri e mura come altri paesi vicini. Io penso che ogni paese è da visitare, le persone, i luoghi di vita, i mestieri, le tradizioni sono sempre diverse e meritevoli di attenzione e possono darci qualcosa anche un semplice sorriso…