1. gianniB (DescEditor) su Barile descritta da gianniB (Barile) scrive:

    Le Seshe sono grotte scavate nel tufo realizzate dai primi immigrati albanesi, al giorno d’oggi usate per conservare il vino Aglianico. Le cantine dello Seshe sono visibili nel film di Pier Paolo Pasolini, Il Vangelo secondo Matteo (1964), dato che il regista decise di riprendere alcuni esterni della pellicola qui a Barile.

  2. gianniB (DescEditor) su Maiori descritta da gianniB (Maiori) scrive:

    …e la mia storia con il castello de Thoro Plano
    …non conoscevo l’esistenza di questo castello pur avendo passato tanto tempo nella città di Maiori. Poi una sera mentre scattavo alcune foto di Maiori di notte dal mare verso la montagna…ho visto un castello bellissimo colorato da luci alternativamente di bianco e di giallo ambra (?) la cui foto trovate già inserita tra le mie. Mi ero ripromesso di tornare di giorno per fotografarlo. L’ho fatto oggi…e ho scoperto un mondo nascosto in quel castello…una storia antica dall’840 ad oggi e non solo…. Sono arrivato in macchina seguendo le indicazioni…poi la strada finisce (?)…dove andare? Una scalinata sulla sinistra “via castello”…provo a salire…uno…cento…quanti scalini?….Mi fermo perché il fiato mi manca e le gambe tremano…mi giro e vedo il mondo sotto di me…ecco Maiori nella sua bellezza che occupa tutta la valle tra i due monti, un triangolo colorato di mediterraneo, case dalle forme geometriche uniche. Scatto..scatto…riempio le schede di stupende immagini, le mangio come un’affamato mangia una pagnotta dopo un mese di digiuno… continuo a salire guardando ogni tanto indietro…e mi ritrovo davanti alle mura, un cane mi accoglie festoso davanti al cancello in ferro battuto della porta d’ingresso, …chiuso con una catena e lucchetto. Un cartello: “proprietà privata -suonare il campanello”…suono…dopo un poco tra due merli della torre di destra si affaccia un vecchietto “chi è?” domanda….”..senta volevo fare qualche foto….” replico… poi con le mani sporche di uva che stava vendemmiando mi accoglie …”…è straniero?” domanda guardandomi mentre stringo la mia Canon tra le mani…”no, sono di Salerno…”….”allora sei un Longobardo!”…non comprendo subito la strana affermazione, ma poi penso alla storia sul castello che avevo letto sull’atavica vicenda tra amalfitani e longobardi. Mi fa entrare e mi mostra la sua stanzetta dove dorme, una stanza circolare di cinque metri di diametro, e una cella nella torre sud che ha una finestra direttamente su Maiori al di sotto, che spettacolo! Solo il letto, antico, e poi un museo di oggetti sparsi dappertutto…”guardi questa è un’ascia preistorica l’ho trovata coltivando il terreno..e queste sono punte di frecce romane…” …continuo a scattare…meravigliato…vedo una lapide del 1203 con un nome….dico “ma è una lapide funeraria” “sì è di una mia antenata….” …il vignaiolo allora era… il proprietario del castello…mi dice che deve pigiare l’uva e se voglio posso girare da solo….lo ringrazio ….entro in locali pieni di polvere e di storia, oggetti di vita e di guerra….solo a girare tra qualcosa che è quasi rimasta com’era. Salgo sulle torri, mi siedo sulle panchine, percorro i camminamenti, guardo e scatto…immagini uniche, che parlano di bellezza, di storia…..poi esausto…scendo, lo ringrazio e lui richiude il catenaccio contento della mia visita. “Ciaooo, ritornerò” gli dico, e comincio a ripercorrere quegli scalini, stavolta in discesa è meno faticoso…arrivo giù e incrocio 5 turisti francesi, sorrido …pensando agli scalini che dovranno percorrere…e alla bellezza che incontreranno…e quasi… li invidio. by gianniB
    Ringrazio per la sua gentilezza il Sig.r Crescenzo De Martino, discendente e proprietario del castello – tel.089.852600 orario visite 8-13 e 16-20

  3. gianniB (DescEditor) su Roccamorice descritta da gianniB (Roccamorice) scrive:

    E parlando di Tholos bisogna dire che è una capanna in pietra a secco costruita e fruita dai pastori degli Appennini dell’Italia centrale. Comunemente conosciuta come capanna a Tholos, in Abruzzo definata “caciara” si incontrano lungo la Majella salendo da Roccamorice. La struttura è costruita in pietra senza l’uso di malte leganti. La forma è semisferica o ogivale. Le caciare erano utilizzate dai pastori per il proprio ricovero e per eseguire, in luogo riparato la lavorazione e per il deposito temporaneo dei formaggi. Il termine caciara potrebbe derivare da “cacio” e quindi luogo dove si produce e si ricovera il formaggio o dalle liti che nascevano sulla proprietà degli attrezzi custoditi in questi capanni.

  4. gianniB (DescEditor) su Roccamorice descritta da gianniB (Roccamorice) scrive:

    Altro importante eremo, il primo salendo la Majella da Roccamorice, è quello di San Bartolomeo. Ricostruito da Pietro da Morrone , il futuro papa Celestino V, sotto un bastione roccioso nel dirupato vallone di san Bartolomeo, situato più in basso rispetto all’eremo di Santo Spirito. Qui il 25 agosto in occasione di san Bartolomeo c’è un pellegrinaggio in processione di migliaia devoti.

  5. gianniB (DescEditor) su Roccamorice descritta da gianniB (Roccamorice) scrive:

    L’eremo di S. Spirito, costruito su resti di precedenti eremi in disuso,nella roccia della Majella, è costituito da un complesso sequenziale lungo la falda rocciosa a ridosso di una parete a strapiombo su più livelli, formata da una chiesa, dalla sagrestia, dalla foresteria e dal complesso monastico in cui sono situate le celle, la sala del capitolo, la biblioteca, la cappella invernale e il refettorio. Oggi vi è una piccola comunità di giovani frati della congregazione del “Cerreto” che da circa due anni abita l’eremo vivendo nell’ antico spirito celestiniano di semplicità ed ascetico silenzio. Ambienti e reperti, scritte e lapidi ricordano il passato. Caratteristica la coaptazione dei rivoli d’acqua che dalla roccia soprastante venivano incanalati, dove anche scavando canalini nella roccia, e portati con lieve pendenza nelle varie utenze monastiche. E’ visitabile fino al tramonto ed è una tappa obbligatoria per il turismo religioso e culturale ed artistico.

  6. gianniB (DescEditor) su Posada descritta da gianniB (Posada) scrive:

    Si racconta che intorno al 1300 una flotta di Saraceni sbarcò sulle coste di Posada. I Turchi (o Saraceni), considerata l’ostile conformazione del territorio, si resero conto che sarebbero riusciti a completare l’assedio solamente nel caso in cui la popolazione fosse ridotta alla fame, ovviamente loro non potevano sapere che la gente si trovava veramente in quella situazione, e si accamparono nella spiaggia in attesa di sviluppi. Quando il Giudicato di Gallura, una delle cui sedi era proprio nella torre, vennero informati dell’assedio, al Castello scoppiò il panico, Posada non sarebbe mai riuscita a sostenere un qualche combattimento. Durante l’ennesima riunione dei Giudici, qualcuno ebbe un’idea, che si rivelò poi quella giusta: fecero mangiare ad un piccione un pugno di fave, le ultime rimaste, lo ferirono leggermente e lo fecero volare in direzione degli accampamenti nemici. Il piccione non resse il volo e cadde proprio nelle tende degli arabi, i quali, incuriositi dallo strano gonfiore del ventre del volatile, lo aprirono e vi trovarono le fave. Dedussero allora che, se la popolazione aveva così tanto cibo da poterne dare una enorme quantità a un animale, non c’era alcuna possibilità di concludere l’assedio; i Saraceni lasciarono le coste e a Posada fu festa per giorni e giorni… fonte wikipedia

  7. gianniB (DescEditor) su Villa San Giovanni descritta da gianniB (Villa San Giovanni) scrive:

    Di mattina presto d’inverno, dopo la pioggia e quando il cielo è sereno, si verifica il fenomeno della Fata Morgana: le particelle d’acqua rimaste sospese nell’aria dopo la pioggia fanno da gigantesca lente d’ingrandimento e guardando la costa siciliana essa appare distante da quella calabra solo poche centinaia di metri, mentre in realtà la distanza è di 3 km. Questo fenomeno si verifica solo sul litorale calabrese guardando la costa siciliana e mai viceversa controsole.

  8. gianniB (DescEditor) su Montalto Uffugo descritta da gianniB (Montalto Uffugo) scrive:

    Correzione: ….carezza de’ fiori lo suol…

  9. gianniB (DescEditor) su Montalto Uffugo descritta da gianniB (Montalto Uffugo) scrive:

    Per una coincidenza della vita conservo il foglio di quaderno dove il Maestro Ruggero Leoncavallo scrisse il testo della romanza “Mattinata” nel 1904. L’ho messa in un quadro in casa mia. Riporta questa dicitura:
    “Scritta appositamente per il Grammofano dal Maestro Ruggiero Leoncavallo” segue il testo e la firma autografa. E’ scritta con pennino ad inchiostro originariamente di colore nero oggi di colore seppia. Questo il testo:

    L’aurora di bianco vestita
    Già l’uscio dischiude al gran sol;
    Di già con le rosee sue dita
    Carezza de’ fiori lo stuol!
    Commosso da un fremito arcano
    Intorno il creato già par;
    E tu non ti desti, ed invano
    Mi sto qui dolente a cantar.

    Metti anche tu la veste bianca
    E schiudi l’uscio al tuo cantor!
    Ove non sei la luce manca;
    Ove tu sei nasce l’amor.

    Ove non sei la luce manca;
    Ove tu sei nasce l’amor.

    Enrico Caruso, ne fu il primo interprete nell’esecuzione registrata l’ 8 aprile 1904, con lo stesso Leoncavallo al pianoforte. Dopo di allora quest’aria è stata interpretata da quasi tutti i principali tenori ed è divenuta un classico dei concerti lirici tra gli altri l’ha portata al successo anche Al Bano a cui ho scritto volendogli donare il testo, ma non ho mai ricevuto risposta.

  10. gianniB (DescEditor) su Palmi descritta da gianniB (Palmi) scrive:

    Nei giorni 14 e 15 agosto interamente e la mattina del 16 agosto per le vie cittadine, in occasione della festa di San Rocco, al frastuono dei tamburi, c’è la sfilata dei Giganti Mata e Grifone con il Palio. I Giganti di Palmi, Mata e Grifone, sono due alti fantocci di cartapesta che rappresentano le origini calabresi di Palmi e furono realizzati ad inizio ‘900 da uno scultore locale.

  11. gianniB (DescEditor) su Palmi descritta da gianniB (Palmi) scrive:

    La Festa di San Rocco e “corteo degli spinati” si tiene il 16 agosto. Gli Spinati sono fedeli che per ex-voto promettono al Santo, in cambio della grazia, di vestire per tutto il percorso una cappa di spine (chiamata Spalas) a torso nudo oppure una corona di spine a ricordo di quella “indossata” da Gesù Cristo sulla Croce. Dopo di loro procedono i fedeli scalzi con ceri votivi in mano. Molto suggestiva

  12. gianniB (DescEditor) su Avella descritta da gianniB (Avella) scrive:

    “anno” con l’acca…eheheh “hanno”… è saltata nella tastiera cordless…

  13. gianniB (DescEditor) su Avella descritta da gianniB (Avella) scrive:

    Avella e Avellino anno la stessa radice proveniente dal nocciolo o corylus avellana

  14. gianniB (DescEditor) su Avella descritta da gianniB (Avella) scrive:

    il legno di Avellana è citato da Gabriele D’Annunzio ne “I pastori” tratto dall’Alcyone: ….
    Han bevuto profondamente ai fonti
    alpestri, che sapor d’acqua natia
    rimanga ne’ cuori esuli a conforto
    che lungo illuda la lor sete in via.
    Rinnovato hanno verga d’avellano.
    ….

  15. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da Mirco (Vignola) scrive:

    e…la festa dei ciliegi in fiore con la sfilata dei carri fioriti… ne ho organizzati parecchi, il più bello in stile al Capone: alberi di ciliegio ricostruiti pieni di fiori, sotto una vera Ford T e noi vestiti da gangster con tanto di mitra, sigaro e panciotto lanciando dollari (falsi) e caramelle a quintali. L’allestimento da me curato era completato con un grande stand della Ford nel mercato di Vignola punto centrale della festa, sempre sul tema dei ciliegi in fiore…

  16. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da Mirco (Vignola) scrive:

    …una spalmata di strutto con aglio e rosmarino, qualche fetta di felino o pancetta o “prossiutto”… e i borlenghi con una grattata di parmigiano al centro… piegati a 4… e lambrusc grasparossa, castevetro o sorbara… e via con la mazurca salterina….

  17. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da Mirco (Vignola) scrive:

    …e tigelle no????

  18. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da Mirco (Vignola) scrive:

    …ahhhh …e gnocco fritto no?

  19. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da Mirco (Vignola) scrive:

    Caro Mirco, purtoppo come dicevo nella mia descrizione, quest’anno non ho potuto gustare una fetta della torta al caffè dei Gollini, sono passato a metà luglio ma era chiuso per ferie!!! Mi sono limitato a fare qualche scatto alla sempre bellissima Rocca… visto che anche le ciliege (i duroni) erano finiti!

  20. gianniB (DescEditor) su Marcianise descritta da gianniB (Marcianise) scrive:

    A marzo durante la festa della Santissima Annunziata c’è l’usanza di regalare un dolce chiamato o perduono (il perdono), un simbolo di pace per dimenticare i litigi tra i fidanzati. Il litigio è legato alla data del 25 marzo, esattamente 9 mesi prima di Natale. Una superstizione locale dice che tutte le persone nate il giorno di Natale sono destinate a trasformarsi in licantropi o in vecchie streghe malvagie che prendono il nome di janare. Pertanto, i fidanzati devono evitare di fare sesso, o comunque concepire durante il 25 marzo e, per farsi perdonare dell’amore non corrisposto, si regalano o perduono.