1. gianniB (DescEditor) su Montecorvino Pugliano descritta da gianniB (Montecorvino Pugliano) scrive:

    La storia di Santa Tecla:
    Tecla era figlia di regnanti e viveva in Livigogna, in Turchia. Il padre, per realizzare un’alleanza, impose alla fanciulla di sposare il figlio di un regnante vicino. Ma Tecla non voleva e si rifiutò, allora per punizione il padre la fece gettare nella fossa dei leoni. Ma i leoni, invece di sbranarla, si sdraiarono vicino a lei. Ritrovata viva il padre infuriato la fece gettare in una fossa di serpenti. Ma neanche questi la toccarono e allora la fece chiudere in una cella a pane e acqua fino a quando non avesse cambiato idea. A Tecla apparve San Paolo che le disse: “Accetta di sposarti e vedrai che nel giorno del matrimonio qualcosa succederà”. Tecla allora acconsentì ed il giorno del matrimonio avvenne un terzo evento miracoloso: il padre stava per essere colpito da un fulmine ma Tecla avventandosi lo salvò e per questo è protettrice dai tuoni e dai fulmini.
    Tecla fuggì e trovò riparo nel territorio di Montecorvino Pugliano in una cascina abbandonata. Qui iniziò la sua vita di preghiera e ad aiutare i poveri. La cascina diventò una chiesa a tre a tre navate e quandoTecla morì le campane si misero a suonare da sole in mezzo ad una grande luce. Arrivarono da tutte le parti gli abitanti e anche i soldati che intimoriti spararono all’impazzata distruggendo le navate laterali. Per questo ora è rimasta solo la navata centrale. I soldati si raggrupparono sotto una grande quercia per ripararsi da un vento fortissimo che comparve all’improvviso, ma questo sradicò l’albero e lo abbatté sui soldati uccidendoli. La navata centrale dove erano il corpo della santa e la popolazione rifugiata miracolosamente era rimasta in piedi.

  2. gianniB (DescEditor) su Montecorvino Rovella descritta da gianniB (Montecorvino Rovella) scrive:

    L’Osservatorio Astronomico ” Gian Camillo Gloriosi ” del monte Nebulano fu costruito nel 1986, svolge da oltre 25 anni iniziative di divulgazione e manifestazioni scientifiche di carattere internazionale. Nel 1989, in occasione del ventesimo anniversario dello sbarco dell’uomo sulla luna, ospitò l’astronauta Michael Collins, della missione Apollo 11, l’astronauta italiano Cristiano Cosmovici, l’astronauta Patrick Baudry ed il cosmonauta Juri Romanenko. L’Osservatorio si è fatto promotore di tante altre iniziative curando una significativa attività di divulgazione della scienza astronomica specialmente con i ragazzi delle varie tipologie scolastiche contribuendo alla fattiva conoscenza astronomica del nostro universo. E’ stato inserito dal 4 agosto 2001, con l’assegnazione del Codice Internazionale 229 all’Osservatorio ” G. C. Gloriosi “, nella ricerca astronomica internazionale. Si stà provvedendo alla costruzione di un nuovo Osservatorio al cui progetto hanno partecipato astrofisici di fama mondiale.

  3. gianniB (DescEditor) su Ricigliano descritta da gianniB (Ricigliano) scrive:

    Per quanto riguarda il toponimo, probabilmente deriva dal latino Ricilius, che in epoca romana potrebbe indicare il nome della famiglia a cui fu affidato il territorio sotto il dominio di Volcei (oggi Buccino). Ricigliano è dedita ad agricoltura e allevamento di bestiame. Produce soprattutto l’olio extravergine di oliva dop “Colline Salernitane” di cui fa parte nel consorzio degli 87 comuni. Oggi Ricigliano con le sue bellezze naturali, è meta ricercata per escursioni e soggiorni turistici in un ambiente incontaminato. Agriturismi sono diffusi e presentano prodotti locali della tradizione contadina, io ho avuto modo di apprezzarli e spero di organizzare con altri amici una giornata tra le gole del fiume per visitare il ponte di Annibale e gustare ravioli e fusilli con pomodori, carne caprina, olio extra e formaggio pecorino.

  4. gianniB (DescEditor) su Ricigliano descritta da gianniB (Ricigliano) scrive:

    Il territorio di Ricigliano è molto suggestivo per le sue gole dove scorrono piccoli corsi d’acqua tra cui il Platano (confine tra Campania e Basilicata) che con un tortuoso corso scende tra anfratti scavati nella roccia: vi trovano dimora trote, cavedani e anguille. Il torrente Valle della Corte nella località Ripa Ionda passa sotto un arco naturale di pietra, attrazione turistica, e più a valle scende con una serie di cascate anche alte dieci metri. Le cascate sono visitabili seguendo dei sentieri naturalistici.

  5. gianniB (DescEditor) su Pienza descritta da MP75 (Pienza) scrive:

    purtroppo…. ci sono già stato…. (eheheheh…scherzo) nel senso che sono abituato a fagocitare tutti i luoghi dove vado in vacanza. Monticchiello davvero particolare con la sua struttura medievane, la porta e la cinta muraria con le torri, davvero molto particolare. Ma una settimana di vacanza lì all’anno è davvero poca….

  6. gianniB (DescEditor) su Sanza descritta da gianniB (Sanza) scrive:

    Posta sualla strada del sale tra Policastro e il Vallo di Diano, nel Parco del Cilento, Sanza occupa interamente un basso rilievo conico assumendone la forma. Fondata dai lucani Sontini si chiamò Sontia e poi come romana Santia assunse il toponimo di Sanza. Tra le manifestazioni è da ricordare la “Festa dell’Escursionismo e Sagra delle Patate di Montagna” che si tiene a settembre, piatti tipici ed escursioni a piedi, in bici e a cavallo, la festa si terrà nei pressi dell’affondatoio di Vallevona sul Monte Cervati.

  7. gianniB (DescEditor) su Salvitelle descritta da gianniB (Salvitelle) scrive:

    Il sito su cui si trova ora il paese è sorto intorno al V-IV sec.a.C. ad opera di lucani rifugiati sulle alture a seguito invasione dei villaggi ad opera di Goti, Bizantini e Longobardi, deve il toponimo alle piccole selve (selvetelle) o alle famiglie romane insediatesi dei Sala e Vitelli. Oggi il paese perlopiù residenziale con anziani e nuove famiglie, ha un aspetto gradevole, case ristrutturate e colorate. Si produce ottimo olio exstravergine di oliva e da almeno cent’anni si coltiva il carciofo bianco, ora in fase di recupero, il cui sapore è molto delicato.

  8. gianniB (DescEditor) su Salerno descritta da gianniB (Salerno) scrive:

    L’operazione Avalanche (Valanga) con lo sbarco alleato permise la nascita del nuovo Stato democratico e rese Salerno capitale d’Italia e sede del governo Badoglio. Era l’11 settembre 1943 e il colonnello americanoThomas Aloysius Lane fu nominato governatore della città. Oggi di quei tragici giorni resta il Cimitero Militare di Montecorvino Pugliano alla memoria dei soldati britannici, caduti durante lo sbarco. Resta anche l’aeroporto realizzato in quei giorni e le casematte di difesa contraerea, oggi abbandonate tra i rovi. Quell’aeroporto si è trasformato, non più aerei militari, è diventato il “Salerno Costa d’Amalfi” ma di aerei purtroppo se ne vedono ben pochi.

  9. gianniB (DescEditor) su Salerno descritta da gianniB (Salerno) scrive:

    Salerno è stata anche Capitale d’Italia e sede del governo Badoglio, da quando il 9 settembre 1943 la Quinta Armata americana sbarcò sul litorale salernitano e fino al mese di agosto 1944, quando ristabilita la tranquillità il governo tornò a Roma. Ma i festeggiamenti nel 150° anniversario dello Stato Italiano hanno un po dimenticato questo particolare, tant’è che noi salernitani ci siamo sentiti esclusi ed emarginati quando il Presidente della Repubblica ha dato inizio ai festeggiamenti con i Sindaci delle altre tre città Capitali, una dimenticanza? Una voluta indifferenza per via della drammatica conclusione della 2^ guerra mondiale? La storia è storia e Salerno, seppur per pochi mesi, è stata capitale d’Italia. Nei libri di storia vi è scritto tutto, il bene e il male,… la storia non giudica gli eventi, li narra. Allora perchè tali comportamenti? Per quanto ci riguarda abbiamo dato spazio in città ai festeggiamenti e in provincia con particolari manifestazioni, non dimenticandoci dei moti Cilentani, di Carlo Pisacane, le battaglie e i caduti della nostra provincia, sangue versato perchè oggi noi fossimo liberi, questo la storia non lo cancella… i nostri ricordi di italiani…forse sì!

  10. gianniB (DescEditor) su Salerno descritta da gianniB (Salerno) scrive:

    Le origini di Salerno sono ataviche, tra le più recenti quelle dovute a greci ed etruschi. Proprio gli etruschi ci hanno lasciato una necropoli a Fratte, interessante da visitare essendo uno dei capisaldi di tale popolo più a sud d’Italia. Peccato che parte della necropoli si trova sotto abitazioni realizzate negli anni 70 o precedenti. Il sito si trova dove probabilmente sfociava il fiume Irno nella confluenza col torrente Sant’Elia ed è visitabile tutti i giorni. Tali corsi d’acqua portando detriti a seguito di alluvioni hanno riempito la foce e hanno creato un terrapieno su cui sorge buona parte della città del 1900. La parte storica invece ha un insediamento che parte dal mare verso il castello ed ha un andamento degradante. Il lungomare realizzato nel XIX secolo è il vanto della città, tra i più belli d’Italia per le sue aiuole con filari di palme da dattero oggi paga l’aggressione del punteruolo rosso, micidiale coleottero che arrivato dall’Africa con carichi di legname, non ha trovato antagonisti e si è sviluppato enormemente distruggendo gran parte dei filari di palma. Si stà provvedendo a sostituirle con quelle americane, alte e dal tronco duro, non aggredite dal micidiale insetto. resta comunque uno splendido lungomare dove i lavori nella parte iniziale stanno dando vita alla piazza più grande d’Italia che sarà anche punto di approdo per le navi da crociera. Salerno stà cambiando trasformandosi in una città moderna, turistica e vivibile ben lontana dai problemi del capoluogo di regione, qui risolti con una raccolta differenziata dei rifiuti che ha raggiunto i primi posti in Italia per quantità e qualità del servizio. Tutti coloro che sono stati miei ospiti e che non conoscevano la mia città sono rimasti colpiti per la storia, per la bellezza e la qualità di vita.

  11. gianniB (DescEditor) su Postiglione descritta da MaLuMA (Postiglione) scrive:

    Vero per le pale eoliche, ma si dice che l’energia alternativa, fonti rinnovabili ecc.. deve essere sfruttata non fa nulla se a discapito del paesaggio e comunque 50 metri d’altezza con tre pale ognuna in fila indiana non appartengono all’area del comune di Postiglione, per cui pure la beffa di avere per sfondo simili mostri tecnologici senza nessun guadagno! Siamo in collina, zona abitata, non siamo in deserta montagna! Ma che ci vuoi fare gli interessi prevaricano la bellezza e la natura. Daltronde qui il vento si incanala dal mare verso la montagna e viceversa, e proprio quel vento che ha permesso a questi paesi di essere zone amene e fresche ricercate d’estate e temperate d’inverno, dicevo proprio quel vento ora ne è la causa di cotanto vilipendio. Non era il caso di scegliere i pannelli solari, col minor impatto ambientale, tenuto conto che qui il sole è di casa per tutto l’anno?

  12. gianniB (DescEditor) su Pisciotta descritta da licinia (Pisciotta) scrive:

    Dopo la mia Ascea sulla strada costiera verso Palinuro si incontra il primo paese che è appunto Pisciotta. Un cono di abitazioni di costruzione medievale addossate le une alle altre come un presepe napoletano del ‘700. Tutto intorno secolari ulivi la maggior parte dei quali sono lì dal 1600, ritenuti monumento nazionale nel Parco Nazionale del Cilento. Sono ulivi “pisciottani” che hanno in botanica una propria denominazione la qualità appunto ulivo pisciottano, in omaggio a questo paese. Le piccole olive producono un olio speciale che ha il colore trasparente, il sapore squisito e qualità mediche speciali e bassissima acidità. È uno degli olii più saporiti in Italia per via della coltivazione sulle scoscese e rocciose montagne esposte al sole mediterraneo.

  13. gianniB (DescEditor) su Pienza descritta da MP75 (Pienza) scrive:

    Nel mese di maggio 2011 ho avuto anch’io la possibilità di soggiornare a Montalcino e ho potuto visitare le Crete Senesi e i mitici paesi della Val D’Orcia. Sicuramente tra i più belli spicca Pienza con il suo borgo antico ordinato e pulito, il duomo. il palazzo del municipio con la sua torre, i cortili con i pozzi, e poi fiori dappertutto come nella piazza del duomo che è tutta un’aiuola. Attratto da tale bellezza ho pensato solo a fare tante foto, quasi dimenticando del pecorino omonimo e del rosso d’Orcia…

  14. gianniB (DescEditor) su Salvitelle descritta da gianniB (Salvitelle) scrive:

    La gara effettuata l’ultima domenica di agosto, ha un’origine storica e risale al periodo della dominazione francese tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800. Nel 1791, Serra San Giacomo fu campo di esercitazione dei fucilieri francesi da montagna e i pastori locali per sbeffeggiare i soldati francesi che iniziavano la scalata ben equipaggiati con scarponi, li deridevano compiendo il tragitto in salita e ritorno di corsa a piedi scalzi tra l’intricata vegetazione del monte. Per tradizione si usa il vino locale per disinfettare le ferite della corsa, la festa si conclude con la degustazione di piatti locali e…vino…

  15. gianniB (DescEditor) su Positano descritta da gianniB (Positano) scrive:

    Questo paese affascina il visitatore per la sua bellezza. Uno dei luoghi più conosciuti al mondo è frequentato da turisti stranieri che apprezzano anche la moda Positano, indumenti estivi di cotone molto decorati e colorati come lo è tutto il paese. Deve il suo nome ad una leggenda, questa: si narra che, tanti anni fa, all’incirca nel XII secolo d.C., una nave che trasportava un quadro della Madonna, di tipo Bizantino, stesse solcando le acque del Mar Tirreno, dinnanzi all’allora paesino di Positano. C’era bonaccia ed il veliero non riusciva in nessun modo a riprendere il mare, quando i marinai sentirono una voce che diceva “POSA POSA”… Posa Posa, ovvero fermatevi li, in quel posto, quasi proveniente dal quadro della Vergine Maria. Così si avvicinarono alla riva. I positanesi, che da questo evento presero il loro nome, presero il quadro della Vergine e lo portarono nella Chiesa di S. Vito, Santo Protettore di Positano, che già non esiste più dal ‘600. La lasciarono lì, ma al mattino miracolosamente questo era sparito e fu ritrovato vicino al mare, su di un albero di “mortella”. Si pensa che anche lì ci fosse stato un miracolo, in quanto il quadro era arrivato li da solo. Fu così allora che i positanesi iniziarono in quel punto la costruzione della nuova chiesa dedicata, appunto, a Maria Assunta, festeggiata con ogni onore il 15 agosto di ogni anno. Oggi la chiesa è una delle più belle presenti in Italia. Tra gli abati commendatari che ressero l’abbazia di Positano ricordiamo il cardinale Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi Papa Benedetto XIII (da wikipedia)

  16. gianniB (DescEditor) su Padula descritta da gianniB (Padula) scrive:

    la Certosa di San Lorenzo, a Padula, rimarrà aperta a Ferragosto tutta la giornata, dalle ore 9.00 alle 19.00. Il monumento è tutt’ora tra i più frequentati dai turisti italiani e stranieri.
    Si terrà tra l’8 e il 10 agosto la manifestazione “Padula in festa per Carlo V” che propone un itinerario storico, artistico e culinario tra le viuzze del centro storico con degustazioni, mostra dell’artigianato autoctono e spettacoli musicali per concludersi nello splendido scenario della Certosa di S. Lorenzo dove avverrà la preparazione, con successiva degustazione, della mitica frittata delle mille uova su una enorme padella, già guinness world record ora superato dalla sagra di Viterbo con 1500 uova. Ma è senz’altro divertente e gustoso partecipare a questo evento cittadino senza dimenticare di visitare la splendida Certosa.

  17. gianniB (DescEditor) su Trentinara descritta da gianniB (Trentinara) scrive:

    Dal 16 al 20 agosto 2011 ci sarà la settima edizione di questa stupenda festa che coinvolge tutto il paese. Sarà possibile assistere e apprendere l’arte della panificazione presso alcuni panifici, rinomati per la produzione del pane di Trentinara. Ci sarà anche allestito il museo del contadino e mostre fotografiche. Le serate saranno allietate da musica popolare itinerante e concerti in Piazza dei Martiri di Trentinara con i seguenti gruppi musicali: I Kiepò, I Donnaluna, Sette Bocche, Ariacorte, Triotarantae feat M’Barka Ben Taleb, Le Ninfe della Tammorra, Yemayà EMP feat I Briganti e i Bottari degli Alburni, Il Canzoniere Grecanico Salentino. Assolutamente, per chi può raggiungere questa località, è rivolto l’invito a non mancare: enogastronomia, musica popolare e ospitalità allieteranno le fresche serate di mezzo agosto. Io ci sarò e tu?

  18. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da gianniB (Vignola) scrive:

    Grazie Mirco, purtroppo come puoi leggere ho vissuto solo 6 anni (per lavoro) in questo posto stupendo poi son ritornato nella mia finestra sulla Costiera Amalfitana. Certamente quando vado in un posto come Vignola non resto chiuso a casa anzi… mi inserisco nelle organizzazioni sociali del posto per essere parte attiva. Grandi cose ho fatto in quel periodo… ma ormai è passato tanto tempo (20 anni) per poter essere un corrispondente da quel luogo. Ci sono stato 10 giorni fà e me la sono rifotografata… Rocca compresa… mi dispiace solo di aver trovato la pasticceria-bar Gollini chiusa per ferie…e niente torta Barozzi…

  19. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da gianniB (Vignola) scrive:

    E come non potrei parlare di un’altra caratteristica unica di Vignola, e parlo della sua inimitabile torta Barozzi. In piazza Garibaldi, nel centro storico, all’ombra della Rocca, dal 1887 c’è un bar-pasticceria dal gusto retrò che trasporta il cliente in un mondo antico ed è piacevole gustare i suoi prodotti seduto ai suoi tavoli. L’inventiva del capostipite Eugenio Gollini, che amava sperimentare nuovi gusti e sapori, proponendoli ai clienti e perfezionandoli man mano, usando tecniche naturali e prodotti di alta qualità privi di conservanti o aromi artificiali, permise di creare una torata detta “Barozzi” in occasione del 400° anniversario della nascita dell’illustre Jacopo Barozzi, ideatore dell’architettura moderna, nell’anno 1907. La torta nera riuscì col suo sapore ad imporsi come prodotto unico e la sua ricetta è tutt’oggi segreta sia come prodotti che come lavorazione. Il gusto è quello del caffè, non come liquido da sorbire a cui siamo abituati, ma a quello di farina come impasto. Qualcuno ha provato ad imitarla, ma la torta Barozzi della pasticceria Gollini resta unica ed inimitabile. Se vi capita di passare in questa città vi consiglio di provarne una fetta, vi assicuro che è unica ed eccezionale e trascorrerete un momento indimenticabile in questo antico borgo medievale.

  20. gianniB (DescEditor) su Vignola descritta da gianniB (Vignola) scrive:

    Ho vissuto sei anni in questa splendida città modenese dal 1985. La sua Rocca restaurata è proprietà dell’omonima banca locale, è visitabile ed è uno splendido Castello. Vignola è famosa per le sue ciliege tra cui i “duroni”. Fabbriche di prestigio li lavorano ed esportano. La cooperativa gestisce il prodotto principalmente inviato all’estero. In primavera la festa della fioritura si mescola al carnevale generando carri fioriti di particolare bellezza; io ne ho relizzati alcuni nel periodo in cui ho vissuto qui. Importante è anche l’aspetto sportivo: pesca, ciclismo, podismo sono praticati notevolmente e il nuoto sportivo con il complesso di piscine nel parco del Panaro ha un grande numero di praticanti. In questo parco acquatico inizia un sentiero naturalistico che si stende lungo la sponda destra del fiume Panaro per oltre 40 km, ciclabile e dotato nella parte iniziale di attrezzature sportive per ginnastica e di aree di sosta per pic-nic. Una importante città come Vignola possiede anche un polo industriale in una vecchia area e in una nuova. Tra le fabbriche ve ne sono alcune di rilevanza mondiale per la produzione di galleggianti sportivi da pesca e materiale annesso e alcune che sono al servizio della vicina Ferrari di Maranello. Il vino (a cui si deve anche il nome della città “Vignola” da piccola vigna) è di casa con il conosciutissimo “lambrusco” nelle tre varianti Grasparossa, di Sorbara e di CastelVetro, vino rosso molto frizzante prodotto dal consorzio dei tre comuni Modena, Sorbara e CastelVetro. Se volete gustarlo scegliete appunto una delle tre denominazioni, io vi consiglio il “grasparossa” che si riferisce al colore rosso del graspo del grappolo. Vino particolare per accompagnare bolliti, zampone, cotechino, tortellini e le paste della tradizione emiliana, un buon compagno anche nei caldi giorni estivi, magari abbinato a salumi e melone.