Un tempo in Sardegna la preparazione del pane fatto in casa, oltre alla fatica, richiedeva numerosi strumenti e contenitori. Tutte le donne sarde avevano in dote Su strexiu de fenu, una sorta di corredo di cestini fatti a mano da abili artigiane. Sinnai, una cittadina del sud dell’isola vicino a Cagliari, può essere considerata la patria di questi cestini. Qui ci sono ancora donne anziane che lavorano il giunco e il fieno e il Gruppo folk locale cerca di tramandare e diffondere, anche tra i giovani, la cultura legata a questi oggetti di pregio, trasformati da strumenti di lavoro a pezzi di arredamento.
Un castello dimenticato per anni che è stato al centro di una delle più cruente battaglie tra aragonesi e sardi. È il castello medievale di Sassai (o Orguglioso) di Silius, un centro minerario del sud-est della Sardegna. Dall’alto dell’altipiano da cui è stato costruito dai pisani del XIII secolo si vedono scorci dei paesi vicini, le strade di collegamento e un tratto del fiume Flumendosa. Tra i luoghi più suggestivi, poi, le piscine naturali dell’area Rio Padenti, circondata dal verde dei boschi e il parco Is Alinos.
Ormai ci siamo abituati: tutto ha un prezzo. Una regola comune che non vale in un angolo di Sardegna dove una coppia toscana ha avuto un’idea alternativa e decisamente in controtendenza… Si tratta del primo Bed & Breakfast della condivisione in cui per soggiornare ognuno porta in cambio il prodotto del suo talento o abilità (quadri, canzoni o torte…). Così i viaggiatori conoscono la realtà di Bosa tranquilla cittadina in trachite rossa della costa occidentale.
Scarpe chiodate, il primo televisore del paese, il contratto Fiat dell’emigrato e addirittura la chitarra rosso fuoco della band del paese, I Caimani. Appese ai muri le fotografie di ragazze con i capelli cotonati in cui gli abitanti di Lunamatrona riconoscono le zie o le vicine di case. Una visita nel museo “C’era una svolta” è un viaggio negli anni ‘60, quelli del boom economico italiano che arriva e stravolgere abitudini e mestieri di un comune sardo. Attraverso gli oggetti comuni, forniti dagli abitanti, si racconta così la storia di un paese, simile a quella di tanti altri dell’entroterra isolano.
Nel piccolo borgo sardo di Ales, in provincia di Oristano, sorge una piazza intitolata ad uno dei personaggi più importanti della storia italiana: Antonio Gramsci. Il forte legame tra il politico – alerese di nascita – e la sua gente si evince nitidamente dal processo partecipativo che ha portato alla realizzazione dello slargo e dagli oggetti carichi di simbolismo posti in loco.
Arborea si trova nella pianura oristanese, in un’area che fino a inizio secolo era una vasta palude malsana. I lavori di bonifica della zona e la costruzione del centro sono iniziati a inizio secolo e poi conclusi durante il fascismo. Nel nucleo originale, chiamato prima Villaggio Mussolini e poi Mussolinia, si istallarono colonie di agricoltori soprattutto veneti. Passeggiare tra le vie del paese è un’esperienza suggestiva e curiosa: lo stile di molti edifici originali varia tra il liberty e il razionalismo di inizio novecento.

Alla Scoperta della nostra Italia
Tradizione e folklore all’ombra della miniera di Monteponi
di Verusca
Iglesias, città mineraria, ha molti antichi edifici che documentano la sua ricca e intensa storia animata con numerose e belle chiese che si possono ancora ammirare, distinguendone elementi e stili. Da segnalare anche la miniera di Monteponi, con la sua storia e la sua pittoresca posizione, e le tradizioni popolari e religiose che animano ogni anno il centro storico.
I piatti tipici della cucina sarda, un pizzico di fantasia e un menù che varia a seconda della stagione, come un tempo. Questo il segreto dell’agriturismo “Calarighe”, nelle campagne di Romana, piccolo paese poco distante da Sassari. La maggior parte degli ingredienti sono prodotti dallo stesso agriturismo, che è una vera azienda agricola.
Sedilo è un paesino in una pittoresca posizione, molto famoso per la sua coloratissima e affollatissima festa campestre che si svolge ogni anno dal 5 all’8 Luglio. Ogni anno richiama non solo la gente del luogo e dei dintorni, ma anche migliaia di turisti che vogliono scoprire nuove curiosità del posto.
Nel “parago” dove i Lestrigoni si pascevano con lauti pranzi carnei, Alessandro Malu, chef e patron del ristorante da Franco di Palau, è un mentore del mare. Testimone della “nascita” di Palau, quando i traghetti non erano così frequenti… scopriamo le meraviglie di Capo d’Orso e di una gastronomia di eccellenza.
In un piccolo paesino della Sardegna, a Escalaplano, sopravvivono alcune antichissime tradizione culinarie, trasmesse dagli anziani ai giovani con devozione e passione. Ma, dato che anche queste stanno subendo il contraccolpo del tempo, l’associazione “Gruppo Folk San Salvatore” è scesa in campo per salvaguardarne la sopravvivenza e rinvigorirne la conservazione. Quando l’olio e il formaggio diventano propulsori di cultura e tradizione.
Rosoni, intarsi e mosaici, composti con le classiche e intramontabili pietre della terra sarda, nei quali tradizione e design si incontrano per esplodere nella creazione di oggetti artigianali di scontato valore artistico. Nel laboratorio di Pietra Arredo (a Ozieri) Trachite, Tufo, Basalto, Arenaria e Pomice sono uniti sapientemente per interpretare l’antico in una chiave moderna, in linea con i tempi.
Al confine tra la provincia di Cagliari e quella di Nuoro, c’è Ballao. In una conca attraversata dal Flumendosa - uno dei fiumi più importanti dell’isola - le campagne del paese offrono passeggiate lungo il fiume e paesaggi collinari, tra sugherete e boschi di macchia mediterranea. Da visitare, Funtana Coberta, il pozzo sacro di epoca nuragica, e il borgo minerario di Corti Rosas, testimone dell’attività estrattiva dei primi decenni del Novecento.
Nella città di Bonorva è ammirabile il più grande complesso di grotte artificiali che gli antichi abitanti dell’isola sarda hanno scavato per le sepolture dei loro familiari e per compiervi i riti della loro religione. Le Grotte di Sant’Andria Priu, risalenti all’età neolitica, e il toro senza testa che affascinano i turisti alla scoperta della Sardegna.
Tra la pianura del Campidano e il Sulcis, a Villaspeciosa c’è il sito archeologico di San Cromazio. Qui vi è il mosaico meglio conservato e più grande di tutta l’isola, risale all’età romana. Poco distante, la chiesa di San Platano, costruita attorno all’anno Mille dai monaci Vittorini, arrivati dalla Provenza. Qui, l’ultima domenica di agosto, c’è la festa del santo tra musica tradizionale, balli e banchetti.
Ad Alghero alla scoperta della meravigliosa “Grotta di Nettuno”, lungo un magnifico itinerario che porta al grande lago interno e alle sue magnifiche stalattiti bianche. Un luogo dove rimanere affascinati da tanta bellezza, dalla varietà di colori e dalla ricchezza delle emozioni.
Il mare azzurro e trasparente, le spiagge bianche e le sue scogliere hanno reso Villasimius una delle più note località turistiche della Sardegna. Davanti a Capo Carbonara, tutelata dall’omonima area marina vi è la piccola isola dei Cavoli. Sul lato tirrenico, poi l’isola Serpentara… Ma non c’è solo la costa punteggiata dalle torri spagnole, poco distante da Porto Giunco lo stagno di Notteri (dove nidificano i fenicotteri rosa) e in zona vi sono numerose testimonianze archeologiche.
Dal monumento alla giudice D’Arborea in Piazza Eleonora, al Duomo costruito e ampliato, passando per il campanile ottagonale e la Porta Manna. In giro per Oristano attraverso le tradizioni e il folklore di un popolo che conserva le sue radici storiche e le sue tradizioni medioevali.
La giornata tipica del folklore della Sagra di Sant’Efisio: spettacolare e piena di tradizione, la manifestazione sentita devotamente dai cagliaritani che ogni anno anima chilometri di strade, quelle che assistono alla processione della statua del santo da Cagliari fino a Capo di Pula.

Interviste Giornalisti
La difficoltà di fare informazione in una piccola realtà locale
di Monia Melis
La cronaca e il vissuto di un paese della Sardegna sud-orientale attraverso il racconto di un giornalista e direttore di un mensile locale. Michele Garbato dirige “La voce del Sarrabus” e racconta la sua Villaputzu. Tra mare stupendo e poco frequentato, luoghi prediletti e qualche storia difficile da raccontare anche ai propri lettori… come quella della “sindrome di Quirra”.