I comuni italiani descritti da gianniB: Maiori, Eboli, Ascea, Vignola, Spilamberto, Merano, Renon, etc..
Il nome trae origine dal latino Petrarium che vuol dire “luogo pietroso” dovuto al massiccio roccioso di Monte s’Orcu su cui si trova, luogo ricco di piombo argentifero estratto dalle miniere di Peppixedda e di S. Simplicio ormai esaurite. Nuraghe Cambonie e siti come Su Moinu de Perdaxius testimoniano l’antica frequentazione, il borgo poi sorse nel medioevo intorno al convento francescano.
Il nome deriverebbe dalla presenza di numerosi palmeti, anche se l’agricoltura dei carciofi, degli agrumi, dei vitigni è la maggiore attività insieme all’allevamento. La vicinanza alle spiagge favorisce anche un certo turismo residenziale. Nel comune vi è lo stagno di Pauli Majori dove si può ammirare l’airone rosso. Da visitare il borgo in mattoni crudi e la Chiesa dedicata a Sant’Antioco.
Il comune di per sè non esiste, è un insieme di abitazioni sparse sul territorio. Un luogo vicino Cagliari per secoli malsano e paludoso ebbe origine nel XIV sec. ma venne subito abbandonato.Venne bonificato come colonia penale nel 1800, chiusa nel 1950 e ora museo, ha avuto una vocazione agricola-pastorale oggi sostituita dal turismo. Il santo Patrono è San Giovanni Battista festa 24 giugno.
Nelle vacanze isolane non manca la visita ad uno dei posti del nuorese più famosi. Citata più volte dal premio Nobel Grazia Deledda nei suoi romanzi, ha una storia antica che si percepisce visitando i nuraghe o le miniere “Guzurra” e “Sos Enattos” in funzione fino a qualche anno fa. Caratteristica a carnevale la maschera di Su Batileddu: volto tinto di nero, corna e campanacci, retaggio arcaico
Come tutte le zone vulcaniche fertili anche questo comune è stato abitato sin dall’antichità, la presenza di numerosissimi nuraghe realizzati con la pietra lavica ne è testimonianza, presenti le Domus de Janas riutilizzate nel medioevo. Da visitare il santuario di Bonacatu, la chiesa romanica di S.Maria del 1146, le cascate di Sos Molinos. Patrono San Romualdo festeggiato il 7 febbraio.
In origine si chiamava Villa di Prato e il toponimo odierno potrebbe derivare dal romano Museius latifondista gentilizio. Ricco di nuraghi e reperti punici e romani, a testimonianza degli insediamenti e della fertilità dei terreni nella valle del Cixerri. L’odierno abitato sorse intorno alla chiesa tardobarocca ed il convento di Sant’Ignazio di Loyola, patrono del paese festeggiato il 31 luglio.
Al centro dell’Ogliastra tra le sue rocce ad 750 metri sul livello del mare è una meraviglia medievale tra il complesso del Tacco di Ulassai a nord e l’imponente Monte Tisiddu a sud. Tra le varie la più famosa è la Grotta di Su Marmuri di 800 mt di lunghezza che origina quando piove le cascate di Lecorci alla sua uscita. Il nome potrebbe derivare dal latino gula-assa cioè “tra le rocce”.
Territorio sassarese abitato sin dall’antichità come testimoniano i trenta nuraghi, una decina di domus de janas e una tomba di giganti. Il toponimo deriva dal latino Figulina ovvero specializzato nella produzione di ceramiche, una fiorente attività di questi luoghi. Il territorio fu sede di monaci di regola benedettina di cui le varie chiese testimoniano la presenza. Una visita al borgo antico.
Il nucleo storico del paese “Gairo Vecchio” fu semidistrutto da un’alluvione nel 1951 e abbandonato, e ricostruito più in alto. Il paese ha una frazione sul mare completamente staccata dal territorio dove c’è la spiaggia di Coccorrocci. Patrona S.Elena Imperatrice festa a Pentecoste. Importanti monumenti di età prenuragica e nuragica tra cui i villaggi di ”Is Tostoinus” e ”Perdu Isu”.
Sito a quasi 400 mt già il nome indica l’ubicazione sul Montiferru. Ricco di sorgenti tra cui quella di S.Antioco, tra le più rigogliose della regione. Anche se il Patrono è San Pietro apostolo festeggiato il 29 giugno, vi è un antico culto a S.Antioco nella chiesa campestre dovuto al ritrovamento delle reliquie del Santo sull’isola di S.Antioco nel 1615. Da visitare i numerosi nuraghi.
