Interviste Sindaci

I comuni dal punto di vista dei Sindaci. Qualità della vita, ritmi lavorativi, risorse storico-naturalistiche, tutto filtrato attraverso lo sguardo autorevole del primo cittadino, tra progetti da portare a termine e traguardi da raggiungere per il benessere della comunità.

E’ il XX secolo, per il Sindaco, a sancire la svolta per Artena, grazie all’azione modernizzatrice dei suoi predecessori. All’esclusività del suo centro storico, il borgo antico non carrozzabile più vasto d’Europa, corrisponde la proverbiale ospitalità e solidarietà dei suoi abitanti. Qui, dove forse sorse la leggendaria capitale dei Volsci, si respirano secoli di storia a cavallo di docili e pazienti muli.

Se chiedono al Sindaco qual è il simbolo del legame tra i cittadini e Cervignano, la risposta è nelle acque di risorgiva del fiume Ausa, ancor oggi il collegamento con la laguna di Grado e Marano per poi arrivare al mare. Allo scalo merci ferroviario è legata la sua nascita e la sua economia. Qui vive il friulano della bassa abituato a convivere con modi e stili di vita diversi dai suoi e a non spaventarsi di questo.

Dinamicità sociale, culturale ed economica è ciò che per il Sindaco contraddistingue la sua città. L’operosità di mercanti, intellettuali e cittadini di ogni ceto sociale ne ha permesso l’evoluzione, fronteggiando con tenacia le difficoltà storiche del Meridione. A far da collante un forte spirito d’identità di una comunità che privilegia la linea verde e che si pone come guida innovatrice del sistema comprensoriale della Locride.

Il felice mix di pubblico e privato è, a parer del Sindaco, alla base del successo di Cervia. Una comunità che decuplica nella stagione estiva, con migliaia di turisti che prendono d’assalto le sue stupende spiagge. Una città che vive in simbiosi con il mare, da cui deriva l’elemento che ne custodisce l’identità storica: il sale. Natura e sport rappresentano un binomio inscindibile per chi vive la quotidianità o per chi è soltanto di passaggio.

Un piccolo paese dell’entroterra sannita, la cui immagine di luogo sospeso nel tempo, ricco di bellezze nascoste e sapori selvaggi, varca i confini continentali, grazie ai tanti sanlupesi che sono andati a cercare fortuna in America e in Australia. Parola di Sindaco.

Un appeal che travalica ogni confine quello che il Sindaco attribuisce alla sua città. Un fascino, suggellato da numerosi riconoscimenti, che ha la sua ragione prima nella figura del Petrarca e in quella che fu la sua ultima dimora. La “perla” dei Colli Euganei proietta il visitatore in una dimensione atemporale e di beatitudine. La strada che punta alla qualità dell’offerta turistica è appena iniziata, ma i sacrifici non spaventano gli arcuatesi.

Richiamando alla mente i fasti dell’antica capitale dei Vestini, il Sindaco traccia un profilo della sua Città, tra elementi di storia locale, attraverso la figura del giureconsulto Luca da Penne e l’atteso evento della Festa Medievale, e voci di un presente proiettato verso nuovi orizzonti, avanzando l’ipotesi di una fondazione per valorizzare idee ed eccellenze del territorio.

Una città in fieri che vuole imporsi alla ribalta internazionale per la qualità della sua accoglienza turistica e per l’immagine di una città a misura di tutti. E’ la sfida che lancia il Sindaco, forte di un patrimonio archeologico senza eguali nel pianeta e di un solido retroterra culturale imperniato sull’insegnamento illuminato del Beato Bartolo Longo e sulla promozione dei valori cristiani della solidarietà e della pace tra i popoli.

L’individuo, le sue difficoltà, le sue esigenze e la sua dignità sono, per il Sindaco, ancora oggetto di priorità nella vita quotidiana del paese. Dai tre manieri medievali allo splendido vallone di Vertosan, vive un’umanità che lotta per la salvaguardia dell’ambiente e delle tradizioni, di cultura e solidarietà. Infine c’è il privilegio di non essere schiacciati dalla globalizzazione, di non essere numeri ma individui, di non sentirsi soli ma appartenenti ad una comunità che ha una sua storia.

Raggiante nel rivendicare il primato nazionale della sua città come qualità di vita, il Sindaco parla di risultato corale. Nella sua fotografia di Trento si stagliano la suggestiva policromia di piazza Duomo, gli artefici della “questione altoatesina”, lo spirito innovatore dei grandi architetti internazionali. Il tutto permeato da un sentiment, quello di sentire il Comune, la Città come la propria casa.

Una città emblematicamente italiana, quella raccontata dal Sindaco, dove la presenza del mare che la circonda costituisce un valore aggiunto e dove la globalizzazione non ha mutato i ritmi e le relazioni umane. Una città protesa alle risorse del mare e generosa con chi sfugge agli orrori della guerra e allo spettro della solitudine e della precarietà.

E’ una città, quella percepita dal Sindaco, che sta cercando, testardamente, di risollevarsi dallo stato di abbandono in cui è stata lasciata per decenni. Un cantiere aperto dove si sta ricostruendo un tessuto sociale, imprenditoriale ed infrastrutturale idoneo. Una comunità ansiosa di sfatare un luogo comune, e cioè che Trapani è una città apatica, in cui ci si piange addosso e non si fa nulla.

Ciò che ha reso unica Siena, riconosce il Sindaco, è la sua collocazione lungo la via Francigena, dove sono confluiti popoli e idee che hanno fatto la storia d’Europa. Tutto questo sta alla base della società senese, che continua a dare al mondo grandi personalità e modelli di funzionamento sociale. La ricetta del Sistema Siena: valorizzazione delle proprie radici e puntuali risposte alle sfide del presente.

Uno spazio urbano tipico dell’area mediterranea che, secondo il Sindaco, ha accorciato le distanze con il centro dell’Europa, avanzato e moderno. Progressi compiuti senza svendere la propria identità, anzi valorizzandola al massimo. Da culla del barocco salentino a snodo centrale dei processi di sviluppo, perché questa città ha un bel vestito, ma vuole anche un’anima.

Il Sindaco descrive raggiante una Potenza città dell’Europa, orgogliosa delle proprie radici e della propria storia, attraversata in ogni settore da significativi fermenti di partecipazione attiva alla crescita del territorio. Alla base di tutto c’è un orgoglio secolare che passa attraverso le sue chiese e monumenti simbolo quali Palazzo Loffredo ed il Teatro Stabile. Nel futuro si profila nuova stagione di rigenerazione economica e sociale, un destino che lega, in un processo di maggiore coesione, il capoluogo lucano con tutti gli altri comuni della regione.

Rimanere uno dei cuori verdi più belli della Penisola è la sfida che lancia il Sindaco. Nella città virgiliana tutto si fonde, dagli eleganti palazzi nobiliari agli scenari lacustri, in un festival di pensieri, creazioni artistiche e linguaggi. Nello sviluppo del polo di Valdaro e della ricerca scientifica si propugna l’idea di un progresso sostenibile e di una cultura delle energie alternative e del risanamento ambientale.

Il sindaco l’annovera tra le perle che si abbarbicano alla policromia delle Mainarde. Nel centro storico e nelle sue quattordici borgate riecheggia la memoria dei primi fermenti della resistenza antinazista e il suono identitario della zampogna, celebrato da un museo e da un festival internazionale. Niente nomi altisonanti nella sua storia, scritta dalle sue genti che hanno preservato l’atmosfera selvaggia tipica dell’Alta Valle del Volturno.

Distinguersi come realtà produttiva, città della cultura e società multietnica. E’ ciò che il Sindaco chiede al futuro prossimo della sua città. Attraverso la laboriosità e lo spirito di accoglienza dei cassinesi si è superata la completa distruzione del secondo conflitto mondiale, costruendo negli anni una Città simbolo della Pace nel mondo e della ricostruzione italiana postbellica.

La civiltà della gente di Catanzaro, tradotta nella ferma condanna della mafia, è l’aspetto di maggiore fierezza del Sindaco. Una civiltà che ha i suoi simboli incontrastati nell’Università Magra Grecia, nel complesso monumentale del San Giovanni, nelle grandi personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza. A ciò si aggiunge l’unicità di un territorio che va dalla costa ionica alle pendici della Sila, un territorio che sarà più raccolto grazie al progetto della metropolitana.

Una città dalla “qualità complessiva” dove far crescere i propri figli è l’obiettivo principe che il Sindaco dell’Aquila fissa per il suo Comune. Un traguardo cui puntare partendo da un presente che parla di una città “giovane” (per la folta comunità di universitari), di un luogo poetico da scoprire, di una comunità che si apre alle nuove frontiere della scienza (attraverso il Laboratorio di Fisica Nucleare del Gran Sasso).